angelshare ha scritto:DIXTAG ha scritto:Sicuramente! Come il Sauvignon sa di piscia di gatto, solo che non è contemplato nella scheda analitica

allora hanno ragione quelli che dicono che i bevitori di vino sono dei fighetti.
Già nel 1970, grazie al dottor Morton Meilgaard, chi beveva birra aveva nei descrittori lo Stale, il Catty, Moldy. Anche perché le birre brettate o contaminate da lieviti spontanei ci sono sempre state (e pure i vini se per quello).

Luca, tu che pensi dei "naturali"/AAA ecc?
Caro Davide,
apri un capitolo complesso e molto interessante, su cui la mia posizione è, al momento, in itinere. D’altronde, sai che per me il vino è cominciato dopo il whisky.
Come sai, il vino che conosco meglio è l’aglianico del Vulture: conosco due produttori che fanno biodinamica, entrambi fanno ottimi prodotti; ma ho l’impressione che i vini strutturati e con molti tannini, come questi, abbiano meno problemi di conservazione e salubrità. I prodotti sono, comunque, meno scontati: sono prodotti che soddisfano la curiosità di ottenere nel tempo sentori diversi, ma se vuoi la regolarità di ottenere sempre le stesse caratteristiche di base puoi rimanere deluso.
Altre esperienze eccellenti le ho avute col gaglioppo.
Vedo più problematica la questione per quanto riguarda i bianchi: ho visto e testato bottiglie torbide con prevalenti sentori di aceto oppure con sentori di medicinale. Un bianco friulano mi è parso, invece, eccellente. Ho provato anche un georgiano, interessante.
Un maggior equilibrio di vedute, lasciando perdere visioni talebane, potrebbe aiutare. D’altronde vini tecnicamente perfetti alla lunga perdono di appeal.
Chiudo con un cenno al nostro lambrusco. Ho provato due grasparossa rifermentati in bottiglia in stile vin de garage: il brett è la regola, ma se becchi la bottiglia giusta sono vini meravigliosi. Inoltre, a prescindere da eventuali difetti, la bottiglia finisce prima rispetto a un grasparossa tecnicamente perfetto.
Scusa se mi sono dilungato con un off topic.
Grazie
Ciao
Luca