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da MilanoWhiskyFestival mer gen 19, 2011 7:29 pm
"aggiungere ghiaccio al whisky, non è sbagliato......io non lo faccio, preferisco berlo liscio" questa frase di Peter Gibson me la ripeto spesso, per non mettere in imbarazzo chi la pensa diversamente da me.

Alla domanda di cosa sentisse nel whisky, Giorgio D' Ambrosio appoggia delicatamente il bicchiere all'orecchio, dichiarando di sentirci il mare; il tutto sotto lo sguardo incredulo di chi teneva la degustazione.

Ma chi sono Peter e Giorgio? semplicemente due persone che amano il single malt; proprio come lo amo io, Claudio o Davide..... ognuno a suo modo e con modi differenti nel trasmettere agli altri le proprie emozioni.

Chi ha ragione? chi sbaglia? chi è più bravo? ma chi se ne frega! la cosa importante è condividere una passione e cercare sempre di più di di favorire l'aggregazione delle varie anime di appassionati, in modo che chi dice semplicemente che un whisky è buono abbia la stessa dignità di chi invece, riesce a scovare tra le sfumature olfattive, la pannocchia bruciata o i fichi infornati.

Ciao

Giuseppe
da I love Laphroaig mer gen 19, 2011 10:07 pm
Togliamoci dal vicolo chiuso del "io faccio" "io non faccio" "io dico" "io non dico" "io sono" "io non sono" - non era questo il mio scopo - e iniziamo a farci la domanda "cosa vuole sentire e degustare l'appassionato di whisky in Italia?".

Approccio Easy significa probabilmente non dare alla degustazione un taglio tecnico da "pseudo-professionisti" ma favorire l'esplorazione e la discussione; è il contesto migliore per stimolare la curiosità di tutti, novizi e appassionati. Ok per iniziare.

Approccio Bevo quello che voglio io è esattamente il Ring of Malt, una opportunità unica in Italia di assaggiare malti all'interno di un'ampia selezione.

Approccio Lezione di classe, poche persone parlano, tutti ascoltano, poi si fa una degustazione più ragionata e una sessione Q&A. Sinceramente non credo che faccia scappare la gente, è ok per approfondimenti (non tutti hanno la possibilità di visitare la Scozia e le distillerie di Scotch e molti vogliono "capire").

Approccio VIP, del tipo "io vengo alla prossima degustazione solo se mi fanno assaggiare 5 dram di 30 anni", è una via esplorabile per un gruppo di super-appassionati.

Approccio bevo tutto quello che mi mettono davanti, lo lascerei fare a chi gira per l'Italia proponendo single malt con coca cola ... che non sarà sbagliato ma suona davvero male ....

Come se fosse un cocktail, la mia ricetta è probabilmente 50% 20% 20% 10% 0%, tanto easy, qualche ring, un poco di approfondimento, poco vip e zero bevo tutto. Per chi ha la possibilità di organizzare tante serate come il MWF, è bello avere un'offerta diversificata. Con la serata Zagatti (con le opportune migliorie), le serate all'Entropia e il Ring+Fiera Artigianato si è sulla direzione giusta.

Fabrizio, tu hai aperto il tuo locale da pochi mesi e non so che tipo di risposte stai ottenendo, probabilmente è presto per farsi queste domande. I tuoi avventori sono solo persone che sanno già tutto di whisky? Immagino di no. A questo punto come ti muovi? Probabilmente la sola strada della lezione di classe non sarebbe sufficiente, è necessario proporre eventi easy per catturare sempre più interessati e per potersi successivamente permettere gli approfondimenti.

Tutto questo è detto da una persona che fa del whisky una fonte di divertimento e non una fonte di reddito. Quindi sono solo parole...

Giuseppe ... certo che l'aroma di pannocchia bruciata non era male .... :D :D :D :D

Slainte,

Claudio Riva 8-)
I love Laphroaig, www.laphroaig.it
WhiskyClub Italia, www.whiskyclub.it
da angelshare gio gen 20, 2011 10:56 am
Claudio, io provo a girarla in altro modo, considerando che non tutti sono tagliati con l'accetta come voi brianzoli :lol: e che quindi quindi gli approcci possono anche essere piu' flessibili.
Parlerei piu' di aspettative. Se vada a una serata qualsiasi rimango contento se le mie aspettative sono rispettate. Se mi aspetto un corso o una degustazione tecnica e poi trovo tutt'altro rimango deluso. Se mi annunciano il macallan 1968 e trovo la spuma alla sanguinella mi girano. Se mi dicono che e' una serata per stare insieme e mi fanno vedere le analisi chimiche del whisky potrei rimanerci secco.
Probabilmente chi non rimane contento ha solo aspettative diverse, non vuol dire che la serata sia fatta male (potrebbe comunque esserlo in taluni casi). Se le le aspettative non collimano coi contenuti forse si puo' pensare che la comunicazione dell'evento debba essere più precisa.

Giuseppe, per quel che riguarda il ghiaccio (non riesco a resistere)...secondo me bisogna aggiungere che se il prodotto e' scadente e' meglio metterlo cosi' riesci a ingollarlo, se e' un prodotto di qualita' bisogna spiegare che rimane un prodotto di qualita' ma che non riesci a goderne appieno, e i motivi non sono soggettivi.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da angelshare gio gen 20, 2011 12:07 pm
Visto che il pippone che ho tirato non e' completo, sia chiaro che chi partecipa ad eventi, paga e non e' contento ha il diritto di portare le proprie perplessità e a maggior ragione Fabrizio ne ha essendo un publican che deve "spargere il verbo".
Se qualcuno mi dice "che parli a fare che non c'eri" non ha tutti i torti.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da Fabrizio Sordi gio gen 20, 2011 1:14 pm
Fabrizio, tu hai aperto il tuo locale da pochi mesi e non so che tipo di risposte stai ottenendo, probabilmente è presto per farsi queste domande. I tuoi avventori sono solo persone che sanno già tutto di whisky? Immagino di no. A questo punto come ti muovi? Probabilmente la sola strada della lezione di classe non sarebbe sufficiente, è necessario proporre eventi easy per catturare sempre più interessati e per potersi successivamente permettere gli approfondimenti.
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Le risposte che sto ottenendo sono ormai ben delineate e di due tipi: c'è quello che sa già cosa vuole e quello che chiede a me cosa volere.
Nel primo caso non ci sono problemi, nel secondo c'è un'ulteriore divisione: a) chi non sa, non vuol sapere, ingurgita quello che gli do e non fiata perché non sa valutare cosa c'è nel bicchiere e ciò non gli interessa; b) chi non sa, ma vuol sapere perché gli ho dato proprio quello e cerca di stabilire un collegamento fra quello che gli dico e quello che c'è nel bicchiere.
Ovviamente quest'ultima è la situazione più stimolante per me perché se, oltre a soddisfare il palato del cliente, soddisfo anche il suo cervello, quella persona torna perché si fida. Non solo: le volte successive - è già capitato - mi chiede di continuare il discorso facendogli assaggiare altre cose per farsi un'idea più ampia e/o più precisa.
E qui entra in ballo la formazione: innanzitutto già non ero un sommelier operativo (ex commercialista ed ex dirigente d'azienda), poi aggiungici che la valutazione dei distillati non è il fulcro del bagaglio tecnico di un sommelier.
Risultato: mi devo completare nel più breve tempo possibile perché ora è il mio lavoro. Ho un bisogno tremendo d'imparare da chi ne sa più di me perché per un certo tipo di cliente il "maestro" sono io e devo cercare di dire meno cretinate possibile.
E' per questo che una bevuta in compagnia non mi basta: come quando in anni lontani ai corsi AIS c'era uno che mi diceva <questo vino è fresco perché lo dico io e tutte le volte che sentirai questa sensazione sappi che corrisponde a "fresco" e non ad "abbastanza fresco">, così ora ho bisogno di esperti che mi aiutino a "tararmi", come si dice in gergo e, oltre a dirmi che un dram è una fetecchia, mi spieghino anche perché.
Andate a leggervi sul forum dei torbati la risposta di Claudio al mio giudizio sul Supernova: tecnica, articolata e concisa. Perfetta.
Per bermi 5 dram senza approfondire non ho bisogno di avere 80 persone intorno, sono capace anche da solo. E non ho bisogno neanche di copiare la scheda del vicino, l'ho sempre fatta da solo.
Poi è chiaro che bere in compagnia è un piacere, chi beve da solo si strozza.
So di essere un rompiballe.
Salute.

Fabrizio Sordi

Fabrizio Sordi
Pub The Woodpecker
http://www.thewoodpecker.it
da matteo gio gen 20, 2011 3:00 pm
Per "redimere" la discussione vorrei dire che l'Octomore 3.1 è buono e il Supernova 2010 no!
Chi lo dice? Io, Davide, Claudio probabilmente tanti altri...ma quindi?
Il Supernova effettivamente non è buono? Probabilmente si, ma basandosi sui principi statistici. A qualcuno non piacciono entrambi ad altri il Supernova. Chi ha ragione?

Poi se ci mettiamo ad analizzare Claudio ti dice che manca di cremosità, Davide ti dice che le note positive sono la freschezza. Entrambi hanno un vasto e buon bagaglio culturale sul whisky, entrambi hanno fatto delle giuste considerazioni. Io dico che il Supernova è piatto, è solo torba e poco più, con finale corto non tipico di Ardbeg, ma non ho assaggiato gli Ardbeg storici mi baso solo sugli imbottigliamenti attuali. L'Octomore è più complesso, dolce, torbato e con sentori di carbone, non è aggressivo. Io bevo Single Malt da un anno. Ho più raGGione di loro? No, ho la mia opinione.

Bevendo, gustando, parlando (anche col vicino) ci si crea la cultura ;)
Certo è che le dritte di un esperto riescono a farti capire meglio quello che stai assaggiando, perché c'è quell'aroma che non capisci.

Però è tutto personale e non vincolante :ok:
da I love Laphroaig gio gen 20, 2011 6:43 pm
Bene, vedo che la discussione ha preso il binario giusto.

Fabrizio Sordi ha scritto:E qui entra in ballo la formazione: innanzitutto già non ero un sommelier operativo (ex commercialista ed ex dirigente d'azienda), poi aggiungici che la valutazione dei distillati non è il fulcro del bagaglio tecnico di un sommelier.

Effettivamente non esistono molte figure professionali esperte di distillati. Anche l'Anag ha pochi adepti (io ne conosco giusto un paio). Il distillato è spesso associato solo alla miscelazione, erroneamente si crede che non posso avere un bagaglio di gusto e tradizione ampio come quello del vino. Lo Scotch dimostra il contrario.

Fabrizio Sordi ha scritto:Ho un bisogno tremendo d'imparare da chi ne sa più di me perché per un certo tipo di cliente il "maestro" sono io e devo cercare di dire meno cretinate possibile.

Ok ma non devi avere fretta ... io ho imparato cose utili anche nelle situazioni più improbabili.

Fabrizio Sordi ha scritto:Per bermi 5 dram senza approfondire non ho bisogno di avere 80 persone intorno, sono capace anche da solo ... Poi è chiaro che bere in compagnia è un piacere, chi beve da solo si strozza.

Sono d'accordo al 90%, ma non siamo tutti uguali. Ti giuro che in molte nazioni o per molte fasce di età non è così, il vino, la birra, il distillato sono solo compagni di una chiacchierata tra amici - senza troppe seghe mentali. E' non è detto che questo approccio sia meno nobile, si tratta di trovare il contesto giusto e di non esagerare con le quantità...
:slainte:

Claudio Riva 8-)
I love Laphroaig, www.laphroaig.it
WhiskyClub Italia, www.whiskyclub.it
da angelshare gio gen 20, 2011 6:54 pm
Fabrizio Sordi ha scritto:Per bermi 5 dram senza approfondire non ho bisogno di avere 80 persone intorno,

qua entra in gioco anche il discorso "economico". Partecipare a una degustazione per tot euro, anche fossero 50, evita di doversi comprare 5 bottiglie, magari qualcuna rara, e ottimizzare un po' gli acquisti. Per chi lo fa di mestiere magari e' piu' semplice avere dei "campioni" ma per i privati questi eventi sono comunque importanti. Considerando che trovare locali che offrano qualcosa che non siano i soliti classic malts (quando va bene) e' dura.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da I love Laphroaig gio gen 20, 2011 7:01 pm
matteo ha scritto:Bevendo, gustando, parlando (anche col vicino) ci si crea la cultura ;)
Certo è che le dritte di un esperto riescono a farti capire meglio quello che stai assaggiando, perché c'è quell'aroma che non capisci.

Sante parole, anche per me l'esperto non è quello che coglie l'aroma ma quello che sa dire il perché quell'aroma si trova nel tuo dram. Cinque minuti con un distillery manager valgono di più dei tre corsi AIS, che nessun sommelier si offenda please... :roll:

Claudio Riva 8-)
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da Fabrizio Sordi ven gen 21, 2011 1:11 pm
Sante parole, anche per me l'esperto non è quello che coglie l'aroma ma quello che sa dire il perché quell'aroma si trova nel tuo dram. Cinque minuti con un distillery manager valgono di più dei tre corsi AIS, che nessun sommelier si offenda please... :roll:[/quote]

Ci mancherebbe: mi sono sempre stati sulle cosiddette i colleghi che in degustazione tirano fuori un "lieve sentore del calzino destro che il cantiniere ha indossato il secondo giovedì prima dell'imbottamento, giorno di pioggia". Il problema è che ora come ora i 5 minuti col distillery manager non me li posso permettere...
Prima o poi avanzerò qualche lira per andare in Scozia per distillerie: mi sento fra il ridicolo ed il patetico a parlare di whisky ed a venderlo senza essere MAI stato in una distilleria. :(
Salute.

Fabrizio Sordi
Pub The Woodpecker
http://www.thewoodpecker.it