da Biscolino
lun apr 11, 2016 3:30 pm
Ne stavamo parlando nel topic del Cragganmore: Talisker Storm, perchè????
Come promesso ho allora fatto una piccola verticale Talisker con quello che avevo a disposizione a casa:
- Talisker Storm
- Talisker 10 y.o. (quello dei classic malts diageo, bottiglia da 20cl)
- Talisker 57°
Visto che il Talisker 10 è uno dei più gettonati qua dentro e che lo sapreste fiutare a metri di distanza, non sto ad elencare le caratteristiche di ognuno, ma mi concentro sulle differenze rispetto a questo.
NASO
Qui c'è l'unica sorpresa: i tre si assomigliano parecchio e azzarderei col dire che in Talisker non hanno giocato con i distillati di partenza, ma che hanno usato per tutti la stessa identica base di partenza. Gli elementi chiave sono i soliti: torba, mare, pepe e, nel caso del 57°, uno sfuggente sottofondo fruttato.
Ma la sorpresa è che dei tre il più intenso è stato lo Storm: non saprei dire se la differenza sia reale o se dipenda dal fatto che lo Storm era aperto da 1 giorno, mentre gli altri sono stati aperti il mese scorso.
PALATO
Se prendiamo il 10 come riferimento, il 57° si differenzia per un pizzico di frutta in più (direi tipo albicocca disidratata) e per il classico effetto sorso di espresso che attribuisco alla maggiore gradazione e che viene interrotto dal sopraggiungere del ruggente peperoncino. Quello che mi ha stupito è tuttavia la poca differenza con il 10: parlando alla burina, il 57 costa tranquillamente il doppio del 10, ma come resa finale azzarderei quasi a dire che sia identico ad un 10 se fosse imbottigliato a gradazione piena. Onestamente, mi aspettavo qualcosa di più: i tre Ardbeg standard (perdonatemi se insisto con Ardbeg, ma è l’unico di cui dispongo di una verticale completa con cui potermi confrontare a parte i Bushmills) sono molto più variegati tra loro e mi aspettavo che anche la Talisker mettesse qualcosa di più nel 57°. Persino tra Laphroaig 10 e QC, che costano quasi uguali, ci sono tante differenze di gusto oltre alla gradazione.
Quando poi veniamo allo Storm, una traggggggedia…. Sicuramente ha il pregio di essere un whisky molto più beverino e aperto al grande pubblico occasionale, ma ragazzi che robettina senza palle…. Manca un po’ tutto: il peperoncino doveva essere scaduto e non si sente, al gusto aggiunge giusto un vago sentore di nocciola e tutto il resto è lieve lieve, specialmente quando lo si beve assieme agli altri due. È un po’ come avere da un lato un bulldog incazzato che abbaia, dall’altro un Pitbull che risponde e poi in mezzo ti trovi sto chihuahua che pretende di dire la sua… sarà di razza, saprà fare il suo casino, ma ti viene da ridere.
L’unica cosa che accomuna tutti e tre è un gusto che definirei come “gusto Talisker” e che non sono ancora riuscito a scomporre (forse un ginepro misto ad alloro, ma non rende veramente l’idea): questo è l’unico punto a sostegno del fatto che lo Storm sia in effetti un Talisker.
FINALE
Il 10 c’è, seppur non lunghissimo, col suo piccantino torbato pepato che si spegne lentamente. Il 57° ci mette un pochino di più a spegnersi e ha un po’ più di corpo. Lo Storm diciamo che è quasi un non pervenuto.
Ragazzi che toppata questa volta
: di solito voglio comunque provare tutto, perché ognuno ha i suoi gusti e qualche sorpresa ci può sempre essere, ma stavolta proprio è andata malissimo. Visti i presupposti, sono fortemente in dubbio circa lo Skye: non so mica se dargli un’occasione prima o poi (magari solo se in forte sconto...).
Ho provato a dare i tre bicchieri anche a mia moglie senza dirle chi era dove e il commento è stato “che roba è quello moscio?” (detto da una che col 57° stava sputando un polmone).
Alla fine confermo che per quella bottiglia l’etichetta giusta sarebbe stata Cardhu Storm.
Come promesso ho allora fatto una piccola verticale Talisker con quello che avevo a disposizione a casa:
- Talisker Storm
- Talisker 10 y.o. (quello dei classic malts diageo, bottiglia da 20cl)
- Talisker 57°
Visto che il Talisker 10 è uno dei più gettonati qua dentro e che lo sapreste fiutare a metri di distanza, non sto ad elencare le caratteristiche di ognuno, ma mi concentro sulle differenze rispetto a questo.
NASO
Qui c'è l'unica sorpresa: i tre si assomigliano parecchio e azzarderei col dire che in Talisker non hanno giocato con i distillati di partenza, ma che hanno usato per tutti la stessa identica base di partenza. Gli elementi chiave sono i soliti: torba, mare, pepe e, nel caso del 57°, uno sfuggente sottofondo fruttato.
Ma la sorpresa è che dei tre il più intenso è stato lo Storm: non saprei dire se la differenza sia reale o se dipenda dal fatto che lo Storm era aperto da 1 giorno, mentre gli altri sono stati aperti il mese scorso.
PALATO
Se prendiamo il 10 come riferimento, il 57° si differenzia per un pizzico di frutta in più (direi tipo albicocca disidratata) e per il classico effetto sorso di espresso che attribuisco alla maggiore gradazione e che viene interrotto dal sopraggiungere del ruggente peperoncino. Quello che mi ha stupito è tuttavia la poca differenza con il 10: parlando alla burina, il 57 costa tranquillamente il doppio del 10, ma come resa finale azzarderei quasi a dire che sia identico ad un 10 se fosse imbottigliato a gradazione piena. Onestamente, mi aspettavo qualcosa di più: i tre Ardbeg standard (perdonatemi se insisto con Ardbeg, ma è l’unico di cui dispongo di una verticale completa con cui potermi confrontare a parte i Bushmills) sono molto più variegati tra loro e mi aspettavo che anche la Talisker mettesse qualcosa di più nel 57°. Persino tra Laphroaig 10 e QC, che costano quasi uguali, ci sono tante differenze di gusto oltre alla gradazione.
Quando poi veniamo allo Storm, una traggggggedia…. Sicuramente ha il pregio di essere un whisky molto più beverino e aperto al grande pubblico occasionale, ma ragazzi che robettina senza palle…. Manca un po’ tutto: il peperoncino doveva essere scaduto e non si sente, al gusto aggiunge giusto un vago sentore di nocciola e tutto il resto è lieve lieve, specialmente quando lo si beve assieme agli altri due. È un po’ come avere da un lato un bulldog incazzato che abbaia, dall’altro un Pitbull che risponde e poi in mezzo ti trovi sto chihuahua che pretende di dire la sua… sarà di razza, saprà fare il suo casino, ma ti viene da ridere.
L’unica cosa che accomuna tutti e tre è un gusto che definirei come “gusto Talisker” e che non sono ancora riuscito a scomporre (forse un ginepro misto ad alloro, ma non rende veramente l’idea): questo è l’unico punto a sostegno del fatto che lo Storm sia in effetti un Talisker.
FINALE
Il 10 c’è, seppur non lunghissimo, col suo piccantino torbato pepato che si spegne lentamente. Il 57° ci mette un pochino di più a spegnersi e ha un po’ più di corpo. Lo Storm diciamo che è quasi un non pervenuto.
Ragazzi che toppata questa volta

Ho provato a dare i tre bicchieri anche a mia moglie senza dirle chi era dove e il commento è stato “che roba è quello moscio?” (detto da una che col 57° stava sputando un polmone).
Alla fine confermo che per quella bottiglia l’etichetta giusta sarebbe stata Cardhu Storm.