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da Biscolino lun feb 27, 2017 1:25 pm
Avevo il tubo a prendere polvere da un po’, dietro alle altre bottiglie, e allora mi son detto: perché farlo soffrire oltre? In realtà avevo in programma un Glenfaclas 105 per questa settimana, ma il corriere pigro non l’ha consegnato, quindi ho cercato un’alternativa tra le scorte dimenticate.
Devo dire che è partito maluccio, perché pronti via il tappo si è rotto. Ma per fortuna avevo nell’armadio lo scheletro di un altro bowmore a cui ho rubato il tappo e rimediato.

Ma veniamo al sodo: Bowmore 15y Darkest, 43%, imbottigliato a luglio/agosto 2016. Si tratta quindi della release attuale, quella invecchiata 12 anni in ex-bourbon e poi finita 3 anni in Oloroso Sherry. Per quello non ho aggiunto le note in questo topic, ma creato un topic a parte (e in effetti sono prodotti completamente diversi, non sembrano nemmeno lontani parenti….)

Colore: Terra di siena bruciata, rubino, molto molto intenso. Talmente spettacolare da essere oltraggiosamente falso quanto le bocce della Marini.
Hanno voluto strafare col caramello: 3 mesi in sherry non possono generare una roba del genere. L’ho confrontato con Glen Dronach, Glenfarclas e altri sherry che avevo in giro, ma nessuno raggiunge questo livello di cupezza.

Naso:
Fumetto a far da contorno a ciliegie sciroppate, ma un fumo con una nota fresca, salmastra. Quasi un sottofondo acidulo da agrume. Con una scaldatina al bicchiere, quel sottofondo acidulo si concretizza in un prepotente un cedro candito, che diventa dominante (è proprio quel classico candito al cedro da panettone…). Sempre in coppia con un bel fumo da salsa barbecue, dolciastra e densa, versata direttamente su una bel costato caramellato che cuoce lentamente. Insomma, non è un fumo da sigaretta, non è un fumo violento, è un fumo dolciastro e un po’ agrumato. Richiama un po’ un legno resinoso, ancora un po’ umido, appena buttato sul fuoco. Mi ricorda quando uso gli sfalci di cedro del libano nel barbecue in giardino.
In tutto questo, noto che lo sherry non è pervenuto. Voglio dire, ok quel fondo di ciliegia stramatura, sciroppata, e la generale dolcezza, ma è tutto molto tenue, molto in sottofondo. Non sembra la caratteristica principale della bottiglia e non si impone in primo piano.


Palato:
Torba e fumo che subito lasciano il campo ad un che di fresco, limone. Il finishing in sherry non si sente, non sovrasta come spesso succede. Agisce più che altro sullo sfondo, ad arrotondare il piglio salmastro e fumoso alla Bowmore, dondandogli note più calde. Ancora mi viene in mente il fondo di cottura di una costina arrostita su pietra e deglassata con un po’ di succo di agrumi.
Lasciandolo maturare e scaldare un pochino, comincia a prendere forma un gusto generale alla Mon Chéri: un cioccolato, ma non ben delineato, con cigliegia e Kirsch. L’equilibrio è un po’ quello.

Finale:
Legno resinoso umido, che fa fumo più che bruciare. Resta questa torba leggera e acidula che sfuma ma mano. Non ha la lunghezza e la persistenza di un Ardbeg, ma è quasi più “giusto” così com’è. Ti accoglie al naso, accompagna il palato e degrada dolcemente lasciandoti andare. Sempre accompagnato da quel cedro candito al naso, più corposo e caldo al palato, e poi nuovamente fresco sul finale.

Overall:
E’ molto fresco per essere uno sherry finished, limonoso. Molto buona la torba salmastra con quel fondo acidulo che rinfresca il bilanciamento generale. Il corpo non è pesante, massiccio: è molto ben bilanciato e la torba si integra bene con l’arrotondamento dato dallo sherry. Però non è profondo o complesso: è pur sempre piacevole da gustare, rilassante, ma non ha molti strati da esplorare. Lo Sherry non ha lasciato così tanto il segno.
A bicchiere vuoto, il naso è tutto candito al cedro a non finire.
Alcool mai fastidioso, quasi impercettibile. Ci sarebbero stati bene pure i 46 gradi. Diciamola così: meno caramello e più gradi, grazie.

E’ buono, non posso dire altrimenti. Sicuramente più facile e accomodante rispetto alla vecchia release del darkest (quella con poca torba e sherry prepotente). Gli manca forse quel poco di profondità in più che lo innalzerebbe parecchio come resa finale. Diciamo che lo trovo giusto e interessante se acquistato poco sopra i 50 euro come si trova online, ma non attorno agli 80 euro come l’ho trovato da qualche parte: per questa cifra, ci vorrebbe più corpo. Magari sarebbe interessante lo stesso tipo di finitura sul Bowmore 18: se riuscissero a bilanciarlo altrettanto bene, potrebbe integrare il corpo che in questo deficita.

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da Lorenzo_P lun feb 27, 2017 11:16 pm
Era uno tra i miei "papabili" da acquisto.. ma poi l'ho declassato.. Assaggiato varie volte per il motivo di cui sopra, e mi ci intravedo soprattutto sulla tua descrizione di "resinosità" e sul fatto che sicuramente potrebbe beneficiare un un filo di gradazione extra perché qualcosa manca.
Ma ad essere sincero forse non si sposa molto sullo sherry, per vari versi mi ricorda il Devil's cask (anche se molto più in positivo rispetto a quest'ultimo). Meglio senza, tipo il Tempest -per me- ;)

da Biscolino mar feb 28, 2017 10:31 am
Si, l'impressione generale è che abbiano voluto ingentilire (ma di moooolto) il vecchio Darkest (fine anni 90, primi 2000 circa? Quello senza dichiarazione d'età) per renderlo molto più beverino.

Non è uno di quei bei dram che dopo un'ora che sorseggi ancora spuntano gusti nuovi: questo te lo trovi subito tutto nel bicchiere nei primi 10 minuti.

Sullo Sherry invece non so, non mi quadra molto: lo scopo era di tirare fuori un whisky scuro, quindi, caramello a parte, si penserebbe ad una botte ex sherry bella attiva, di primo utilizzo, che colori tanto il distillato. E una botte così dovrebbe marcarne parecchio il gusto dopo 3 anni. Qui invece lo sherry resta molto in disparte, quasi come se fosse una botte parecchio usata.
Diciamo che non hanno osato con la mano: lo sherry è più un "colorante" che un "aroma". Che poi è una scelta coerente con il voler ingentilire il prodotto: così è alla portata di tutti, mentre con sherry più prepotente mischiato a fumo sarebbe stato più ostico.

Per tirare un bilancio, direi che da bere è piacevole. Il suo prezzo giusto è sui 50/60 (non gli 80 da enoteca), dove se la gioca con il Chivas 18 o gli imbottigliamenti base di Springbank, Arran e altri. Personalmente è una bottiglia che va bene provata una volta, per variare un po', ma che non ricomprerò nel breve termine. Questo però non vuol dire che sono deluso o che non sia buono: piuttosto, non ha un fascino tale da spingermi a reinvestire sulla stessa bottiglia anziché provarne una nuova.

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da Gotan mar feb 28, 2017 4:01 pm
Molto chiaro nella tua recensione, grazie. ;)

Accumula oggi e non pentirti domani!
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da it51057 mar mag 16, 2017 8:36 pm
Biscolino ha scritto: Per quello non ho aggiunto le note in questo topic, ma creato un topic a parte (e in effetti sono prodotti completamente diversi, non sembrano nemmeno lontani parenti….)
E’ buono, non posso dire altrimenti. Sicuramente più facile e accomodante rispetto alla vecchia release del darkest (quella con poca torba e sherry prepotente). .


il darkest di cui parli nel vecchio topic e' quasi sicuramente questo, non ha indicazione di eta' sulla bottiglia...... https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

Pino
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