da Biscolino
sab set 23, 2017 10:46 am
L'ho detto che me ne mancava uno da assaggiare, quindi eccolo! Si tratta di un Port Ellen distillato nella primavera del 1983 e invecchiato in un Refill Butt per 27 anni. Purtroppo, aggiungo io, imbottigliato poi con gradazione ridotta al 46%.
Colore
Un giallo paglierino, piuttosto chiaro nonostante l'etá.
Naso
Qui si gioca su tre colonne portanti: una torba fumosa, un agrume insistente (limone, chiaro e forte) e poi una componente minerale, quasi "salata" (direi marina/iodata).
E sotto a questi tre, in quelle rare nasate in cui si aprono un pochino, traspare un qualcosa che non so bene inquadrare: diciamo che ricorda delle note tipo pelle o cuoio, ma senza parti solforose. Sembra quasi come se nella cenere che sprigiona quel fumo cosí importante fosse rimasto ad abbrustolire un pezzo di cuoio.... una roba strana cosí, diciamo.
Palato
Conferma pienamente il naso, con fumo (declinato verso la cenere) e limone in grande spicco. Il palato, pur lasciando un'impressione di lieve dolcezza, si mantiene decisamente asciutto, quasi digestivo, grazie anche a quell'aciditá mista salinitá sempre presente. Purtroppo si mantiene anche un po' chiuso, poco "ricco". Sulla distanza ricorda un po' un carattere alla Lagavulin con quel sottinteso di barbecue, bacon e carni addolcite da marinatura.
Diciamo che l'imbocco iniziale é quello di un Machir Bay, con quel fumo di cenere misto "mare" cosí dominante, mentre evolvendosi declina piú verso il Lagavulin.
Finale
Il fumo si trasforma: da cenere diventa poi un fumo di legna un po' umida e terrosa. Si mantiene molto lungo, ovviamente persistente in questa sua componente torbata, ma anche caldo e dolce. Diciamo che non ha quella dolcezza dilagante e mielosa di molti Speyside, ma sembra piú una caramella senza zucchero: dolce, ma non dolce....
SI conferma qui la declinazione barbecue/bacon che ricorda il Lagavulin.
Globale
Preso da solo, é buono e non lo si puó negare: si sente che comunque é un malto di altri tempi e con ben altro carattere. Forse peró paga due fattori: la gradazione ridotta e il Refill Butt, che ha lavorato veramente pochissimo sul distillato, tant'é che dopo 27 anni la torba é ancora forte e quasi coprente. Forse forse, una botte cosí poco attiva si sarebbe potuta portare ben sopra i 30 anni di maturazione (magari affinandolo alla fine in una seconda botte), perché non avrebbe marchiato pesantemente il distillato coi suoi tannini. Ed il fatto che la gradazione sia stata ridotta vuol dire che anche l'angel share non ha tagliato le gambe anzitempo al distillato.
Anzi, a proposito di questo, per essere un 27 anni ridotto al 46% direi quasi che l'alcool si é mantenuto fin troppo arzillo: non é ne invasivo, ne fastidioso, peró alla lunga, sul palato, un pochino inizia a formicolare. Come se non fosse stato ben addomesticato dal tempo.
Per riassumere, un Port Ellen ancora mi mancava e ora l'ho provato: interessante, un carattere marino di altri tempi, ma se devo essere sincero non l'ho amato: l'ho assaggiato nello stesso posto dove ho bevuto anche il Macallan e il Glenlivet (ultratrentenni, differenza non da poco) e tra i tre é quello che mi ha soddisfatto meno. Sará complice anche il mito del Port Ellen, ma una bottiglia come questa, con quello che costa normalmente, ora so che non la comprerei. Per quanto buono e privo di difetti, non é un whisky che sono ansioso di riprovare o su cui vorrei investire certe cifre: per collezione/rivendita futura ok, ma per bevuta direi di no.
Colore
Un giallo paglierino, piuttosto chiaro nonostante l'etá.
Naso
Qui si gioca su tre colonne portanti: una torba fumosa, un agrume insistente (limone, chiaro e forte) e poi una componente minerale, quasi "salata" (direi marina/iodata).
E sotto a questi tre, in quelle rare nasate in cui si aprono un pochino, traspare un qualcosa che non so bene inquadrare: diciamo che ricorda delle note tipo pelle o cuoio, ma senza parti solforose. Sembra quasi come se nella cenere che sprigiona quel fumo cosí importante fosse rimasto ad abbrustolire un pezzo di cuoio.... una roba strana cosí, diciamo.
Palato
Conferma pienamente il naso, con fumo (declinato verso la cenere) e limone in grande spicco. Il palato, pur lasciando un'impressione di lieve dolcezza, si mantiene decisamente asciutto, quasi digestivo, grazie anche a quell'aciditá mista salinitá sempre presente. Purtroppo si mantiene anche un po' chiuso, poco "ricco". Sulla distanza ricorda un po' un carattere alla Lagavulin con quel sottinteso di barbecue, bacon e carni addolcite da marinatura.
Diciamo che l'imbocco iniziale é quello di un Machir Bay, con quel fumo di cenere misto "mare" cosí dominante, mentre evolvendosi declina piú verso il Lagavulin.
Finale
Il fumo si trasforma: da cenere diventa poi un fumo di legna un po' umida e terrosa. Si mantiene molto lungo, ovviamente persistente in questa sua componente torbata, ma anche caldo e dolce. Diciamo che non ha quella dolcezza dilagante e mielosa di molti Speyside, ma sembra piú una caramella senza zucchero: dolce, ma non dolce....
SI conferma qui la declinazione barbecue/bacon che ricorda il Lagavulin.
Globale
Preso da solo, é buono e non lo si puó negare: si sente che comunque é un malto di altri tempi e con ben altro carattere. Forse peró paga due fattori: la gradazione ridotta e il Refill Butt, che ha lavorato veramente pochissimo sul distillato, tant'é che dopo 27 anni la torba é ancora forte e quasi coprente. Forse forse, una botte cosí poco attiva si sarebbe potuta portare ben sopra i 30 anni di maturazione (magari affinandolo alla fine in una seconda botte), perché non avrebbe marchiato pesantemente il distillato coi suoi tannini. Ed il fatto che la gradazione sia stata ridotta vuol dire che anche l'angel share non ha tagliato le gambe anzitempo al distillato.
Anzi, a proposito di questo, per essere un 27 anni ridotto al 46% direi quasi che l'alcool si é mantenuto fin troppo arzillo: non é ne invasivo, ne fastidioso, peró alla lunga, sul palato, un pochino inizia a formicolare. Come se non fosse stato ben addomesticato dal tempo.
Per riassumere, un Port Ellen ancora mi mancava e ora l'ho provato: interessante, un carattere marino di altri tempi, ma se devo essere sincero non l'ho amato: l'ho assaggiato nello stesso posto dove ho bevuto anche il Macallan e il Glenlivet (ultratrentenni, differenza non da poco) e tra i tre é quello che mi ha soddisfatto meno. Sará complice anche il mito del Port Ellen, ma una bottiglia come questa, con quello che costa normalmente, ora so che non la comprerei. Per quanto buono e privo di difetti, non é un whisky che sono ansioso di riprovare o su cui vorrei investire certe cifre: per collezione/rivendita futura ok, ma per bevuta direi di no.