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da Viandante lun gen 28, 2019 8:53 pm
Ben ritrovati cari compagni di viaggio, è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho passeggiato su questi lidi e questo è volato rapido come un uccello del quale non fai in tempo neppure a capirne il colore che si è già involato.

Come dissi a suo tempo nella mia presentazione, mi piace il mondo del whisky e la curiosità inevitabilmente mi ha portato ad esplorare rive lontane dall’amata Scozia.

Un giorno sono affondato nella mia poltrona e, degustando un Uigeadail, ho immaginato la severità delle coste scozzesi, il burbero vento che sferza i prati coperti di erica, muretti a secco e mucche al pascolo con il pelo arruffato. Il salmastro che satura l’aria ed un gelo penetrante che ti spinge verso casa, verso il tepore di un camino acceso che scalda l’anima prim'ancora che le membra. Ho visto il fuoco animare l’ambra nel bicchiere ed i riflessi danzare sulle pagine di un buon libro.

Amo questi paesaggi, queste emozioni, ma ho bisogno del momento giusto, ho bisogno che la mente sia preparata a questi sapori così intensi, così evocativi, non è una scampagnata un dram di Uigeadail.

E’ stato anche per questo che sono volato al di là dell’Oceano per immaginare dolci colline e campi di mais dei quali l’occhio non scorge la fine, Americani da sella al pascolo che alzano distrattamente la testa al passaggio di un borbottante Chevy 3100 su una polverosa stradina di campagna che porta ad una bucolica fattoria in legno. Ho immaginato una calda estate del Sudest, una veranda, una sedia a dondolo ed un buon Bourbon nel bicchiere che riempie l’aria con i suoi effluvi di caramello e vaniglia.

La leggerezza di quelle immagini, la piacevolezza sfrontata di quel distillato e la disinvoltura con la quale vieni invitato ad assaporarlo, mi hanno stregato.

Ho giocato un po’ ed alla fine ho trovato nel bicchiere la materializzazione di qualcosa che è quanto di più vicino possibile alla mia idea di Bourbon, alla mia idea di campagna assolata del Kentucky, alla dolcezza e spensieratezza che cercavo.

Ho sperimentato bourbon più o meno famosi, più o meno economici, diverse gradazioni e composizioni fino a trovare il distillato che più assomigliava a quell’immagine. Colonel E.H.Taylor Small Batch e Blanton’s Gold Edition sono i due distillati che mi sono piaciuti di più, propendendo più per il primo che mi è piaciuto liscio mentre per il secondo ho dovuto usare una minima quantità d’acqua per mitigare l’alcol sul palato (nonostante la gradazione fosse quasi identica 50% e 51,5% la percezione dell’alcol era nettamente diversa). Gli aromi che mi hanno restituito al naso questi due Whiskey sono di caramello e vaniglia, uva passa e ciliegie, frutta cotta ed agrumi vari. Palato meno complesso, indiscutibilmente dolce e speziato con caramello, finale medio lungo che ricalca il palato con qualche nota di miele. Non credo valgano l’esborso richiesto in Europa, intorno ai 100€, peccato perché sarebbero due gran bei compagni di viaggio.

Appena sotto al livello di questi due Signori ho messo il Four Roses Single Barrel 100%Proof (50%). Un Bourbon con alta percentuale di segale, 35%, che ho trovato semplicemente delizioso. La gradazione non è mai invadente, gli aromi sono molto ben bilanciati creando un nettare elegante che al naso richiama caramello, vaniglia, zucchero di canna ed uvetta su un fondo floreale. Anche il palato ed il finale li ho apprezzati seppur nella loro minore complessità. Credo che il rapporto prezzo/qualità di questo Bourbon (meno di 50€ spedito) sia assolutamente inarrivabile ed immagino che sarà la bottiglia che non mancherà mai in casa.

Ho degustato anche altri Bourbon che però non hanno soddisfatto appieno le mie aspettative, Elijah Craig Barrel Proof, Elijah Craig 12yo, Wild Turkey 101, Michter’s US1, Eagle Rare 10yo, Woodford Reserve. Alcuni dimenticabili, altri buoni ma nessuno ha lasciato il segno.

Per sperimentare e trovare ciò che cercavo mi sono spinto anche sul Maker’s Mark che, a differenza degli altri Bourbon provati, non contiene segale ma è un distillato di mais e grano (oltre, come sempre, ad una piccola quantità di orzo maltato). Mi è piaciuto e mi riservo di provare il Maker’s Mark Cask Strength per capire se davvero può esprimersi ad un livello superiore e diventare memorabile.

Per capire anche che cosa la segale portasse in dono, ho degustato un Rye, il Knob Creek. Un distillato davvero insolito per le mie conoscenze, speziato, erbaceo, non direi più o meno buono di un Bourbon, direi così diverso da convivere tranquillamente al suo fianco ma, comunque, troppo situazionale a parer mio rispetto al cugino dal nome esotico.

Infine il mio viaggio è terminato, ho percorso quella strada di campagna ed ho visto ciò che volevo vedere, sono molto soddisfatto delle esperienze che porto con me ed ora so dove volgere lo sguardo quando mi assalirà quella voglia di calda, leggera, spensierata dolcezza.

Andrea :slainte:
Ultima modifica di Viandante il mer gen 30, 2019 12:13 am, modificato 1 volta in totale.

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da Viandante mer gen 30, 2019 12:20 am
Devo dire che in alcuni Bourbon la segale mi ha infastidito, per esempio il Woodford Reserve aveva un aroma di solvente per unghie troppo evidente, mentre in altri sono rimasto piacevolmente colpito da come si integrasse bene nonostante una percentuale piuttosto alta nel mix di cereali...mi riferisco al Four Roses Single Barrel. In quel Boubon il 35% di segale mi lasciava intravedere un aroma non troppo gradito ed invece non so quali magie compiano in quella distilleria ma ho riscontrato un equilibrio complessivo davvero eccellente.

Il Maker's Cask Strength non l'ho mai trovato in giro e, almeno per ora, neppure come sample sui soliti siti online...spero di riuscire a degustarlo prima o poi perchè sono sicuro che mi piacerà molto se riuscirà ad elevare la caratteristiche dell'imbottigliamento base senza però perdere il tratto distintivo della distilleria.

Andrea

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