da I love Laphroaig
mer set 07, 2011 8:30 am
Di seguito la newsletter di grappatime.it
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Remare controcorrente per sconfiggere la crisi
Posted: 06 Sep 2011 06:50 AM PDT
Cesare Mazzetti, Presidente ING
E’ inutile tapparsi gli occhi e le orecchie: la crisi c’è e non la si può ignorare. E i numeri in declino dei consumi ce lo stanno a ricordare. Ma forse si può fare qualcosa per traghettare il settore fuori dal vortice che sta inghiottendo a vari livelli l’economia del made in Italy. In primis, continuare a garantire un prodotto di qualità, garantito dal rispetto delle regole produttive, e di un disciplinare rigido quanto basti per selezionare “all’ingresso” i produttori seri da quelli senza scrupoli che neppure troppo inconsciamente denigrano uno dei nostri ambasciatori nel mondo quale la grappa. In seconda battuta, soprattutto nei momenti difficili come quello attuale in cui affrontare il mercato da soli non è produttivo e nemmeno conveniente, è essenziale fare sistema e cercare di portare avanti con unità di intenti politiche di tutela del prodotto e allo stesso tempo sposare attività promozionali per far conoscere al mondo intero un prodotto ancora troppo di nicchia.
Promozione che dovrebbe avvenire a vari livelli, partendo dai nostri più stretti collaboratori ovvero i sommelier e i ristoratori italiani all’estero, le enoteche e i distributori, che dal loro osservatorio privilegiato hanno quotidianamente il polso della situazione e – grazie ai loro consigli alla clientela più “indecisa” – sono in grado di influenzare l’andamento di una parte (anche se marginale) dei consumi. Gocce nel mare se vogliamo, ma proprio di gocce è fatto il mare. Per questo ci “aggrappiamo” – perdonate il bisticcio linguistico – a tutto quello che può contribuire a diffondere la nostra immagine e quella del nostro prodotto. Concorsi – come quelli organizzati da Anag che ha premiato le Acquaviti d’Oro con 74 medaglie e che a settembre ad Asti celebrerà la ventinovesima edizione dell’Alambicco d’Oro – giornate divulgative come Grapperie Aperte in programma per il prossimo 2 ottobre, workshop e convegni come quelli, interessantissimi, che si sono tenuti prima dell’estate e – perché no – qualche passaggio televisivo informativo e qualche messaggio subliminale nascosto tra i fotogrammi del nostro patrimonio cinematografico.
In questo numero di Grappa Time, grande spazio viene dato proprio a chi ogni giorno contribuisce a diffondere nel mondo la cultura della grappa e a farla conoscere laddove non lo è ancora. Dal sommelier vicecampione italiano AIS 2010 Gabriele Del Carlo a una donna che ha fatto del vino e dei distillati più che una passione una ragione di vita: Rosaria Benedetti, titolare per molti anni dell’Enoteca Stappamatto di Rovereto, degustatrice della Guida Vini Buoni d’Italia, sommelier e soprattutto – da buona trentina – amante del distillato italiano per antonomasia. Un’altra donna sommelier e assaggiatrice ANAG, Camilla Guiggi, ci guida alla scoperta di un modo diverso di degustare la grappa, che dopo essere stata abbinata al cioccolato e ai sigari, si sposa con il miele.
Tanti piccoli tasselli di un complesso puzzle, tante piccole gocce d’acqua…anzi d’acquavite.
Il Ministero Delle Politiche Agricole Vara La Scheda Tecnica Della “Grappa”
Posted: 06 Sep 2011 06:45 AM PDT
Buone nuove sul fronte del riconoscimento dell’Indicazione Geografica “Grappa”. Lo scorso 9 agosto, il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, On. Saverio Romano, ha informato di aver sottoscritto il Decreto applicativo dell’articolo 17 del regolamento (CE) n. 110/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l’etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche delle bevande spiritose, meglio nota come Scheda tecnica della “Grappa”. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le “schede” verranno trasmesse dallo stesso Ministero alla Commissione Europea per la conclusione dell’iter procedurale previsto dal Regolamento CE n 110/08. “Tale Decreto – ha commentato il Presidente dell’Istituto Nazionale Grappa Cesare Mazzetti – fissa quindi la scheda tecnica per la Indicazione Geografica “Grappa” , risultato di una lunga mediazione tra le varie Associazioni di Categoria, tra cui il nostro Istituto che si è fortemente battuto al fianco di Assodistil per il recepimento di una normativa maggiormente protettiva della tipicità del prodotto e degli interessi di produttori e consumatori. Un plauso al Ministro Romano per il lodevole lavoro portato avanti per difendere il nostro distillato di bandiera, e un particolarmente apprezzato per l’inserimento nella scheda del divieto di imbottigliamento della Grappa al di fuori del territorio nazionale: un punto, questo, sul quale più volte l’Istituto era stato sollecitato dai propri Associati”.
La Grappa Sugli Schermi. Un Nuovo Modo Di Fare Informazione?
Posted: 06 Sep 2011 06:40 AM PDT
Siete al cinema, o comodamente seduti sul divano di casa e state piacevolmente assistendo alla proiezione del vostro film preferito quando, come in ogni pellicola che si rispetti, arriva la classica scena al ristorante o a casa del protagonista…alla rituale domanda “posso offrirti qualcosa da bere?” la risposta è quasi sempre la stessa: “un whisky, grazie” o tuttalpiù “un Martini” o “un Negroni”. Mai una volta che l’interrogato risponda: “volentieri, una Grappa !”.
La pubblicità è l’anima del commercio e siamo d’accordo che un prodotto di qualità si promuove da solo, ma in una società in cui lo stile di vita viene fortemente influenzato da quanto passa via etere o sul grande schermo, il potere persuasivo di potenziali consumatori attraverso messaggi “subliminali” è potentissimo.
Rovistando nella moderna filmografia italiana – se non lo fanno in Italia figuriamoci all’estero – non abbiamo trovato alcun film che avesse riferimenti espliciti al consumo o alla storia del distillato di bandiera del Bel Paese, se non un cortometraggio-documentario, della durata di appena dieci minuti recante come titolo “Il Poeta della Grappa”, ambientato e Neive (CN) e uscito nel 2006 sotto la direzione di Stefano Scarafia.
Insieme all’arte e all’enogastronomia, il cinema è una delle eccellenze italiane nel mondo e la forza propulsiva di due numeri uno messi insieme non è da sottovalutare. Così come da sottovalutare non è nemmeno l’efficacia della comunicazione non verbale ma semplicemente visiva, come il posizionamento strategico al centro della scena del prodotto a cui si vuole dare visibilità.
Non è così difficile trovare marchi o prodotti rappresentativi di realtà straniere anche in pellicole prodotte in casa nostra. Se riescono dall’estero a infarcire di pubblicità “occulta” i fotogrammi della nostra produzione cinematografica, perché noi non riusciamo a farlo? Siamo tutti patriottici quando si tratta di sventolare la bandiera italiana in occasione dei mondiali di calcio nonostante il nostro destino sia legato alle gambe di undici ragazzi che non offrono la certezza matematica di un successo, ma lo siamo troppo poco con le nostre vere eccellenze, il cibo, il vino e appunto la grappa. Una bandiera che anche in assenza di vento a favore continuerà sempre e comunque a sventolare sui pennoni dell’economia italiana. Sempre che ci sia qualcuno che abbia la volontà di issarcela.
l’alambicco
Posted: 06 Sep 2011 06:35 AM PDT
di Elvio Bonollo
Parlare di alambicco a un distillatore è come parlare a un sommelier di vino. Ognuno però ha il suo, differente in qualche specificità da tutti gli altri, con un denominatore comune che è la sua struttura realizzata in rame. L’alambicco è lo strumento che permette di separare i componenti volatili di un fermentato in base al loro diverso punto di ebollizione. Si possono subito identificare la sorgente termica –il fuoco- che produce il calore necessario a portare ad ebollizione la materia prima fermentata da distillare, il piccolo serbatoio in cui il liquido da distillare viene contenuto, il tubicino in cui entrano i vapori evaporati, la serpentina di condensazione che, attraverso lo scambio termico, permette di trasformare in stato liquido il distillato.
La logica di funzionamento dell’alambicco è tanto semplice quanto affascinante e complessa nei suoi aspetti chimico fisici: in pratica le sostanze volatili contenute nel vino continuano ad evaporare durante la distillazione la cui temperatura cresce sempre di più. Le componenti più leggere sono le prime ad evaporare –sono quelle più pungenti al naso, conosciute tradizionalmente come teste- e sono le prime, divenute distillato, ad essere scartate, poi evaporano le componenti volatili di maggior pregio organolettico – quelle che costituiranno il distillato da bere- ed in fine evaporeranno le componenti più pesanti per le quali sono necessarie temperature più elevate. Quest’ultime costituiscono le cosiddette code che vanno condensate e scartate in quanto di cattivo pregio organolettico. In altri termini si tagliano le teste e le code per isolare la parte centrale del distillato, il cuore che costituisce l’acquavite che si vuole ottenere.
Nella sua estrema semplicità, dunque, l’alambicco racconta il procedimento della distillazione che può essere discontinua o continua. La Distillazione discontinua viene realizzata alimentando la caldaia in modo intermittente ed ogni carico viene chiamato “Cotta”; quando la materia prima è esaurita, la caldaia viene scaricata e riempita con un’altra cotta. Questo tipo di distillazione spesso è svolta nei tipici alambicchi di rame ove la vinaccia viene posta e poi attraversata dal vapore acqueo che la impoverisce delle sue componenti volatili. La distillazione continua avviene alimentando la colonna di esaurimento della vinaccia ininterrottamente, ottenendo da una parte l’estrazione del distillato e delle frazioni dotate di diversa volatilità e dall’altra l’esaurimento dalla stessa della vinaccia che transita all’interno in maniera continua.
gabriele del carlo – sommelier del four season george v hotel di parigi e vicecampione italiano in carica
Posted: 06 Sep 2011 06:30 AM PDT
Gabriele Del Carlo
Ventisette anni, lucchese, un curriculum da far invidia e un carattere che lascia trasparire dietro la faccia pulita da ragazzino tutta la sicurezza e la competenza nel lavoro che fa.
Gabriele Del Carlo, vicecampione italiano in carica del concorso Miglior Sommelier d’Italia 2010, Miglior Sommelier della Toscana 2011 e Miglior Professionista Solidus dell’anno 2011, lavora come sommelier in uno degli hotel più prestigiosi del mondo, il Four Season George V di Parigi.
Una posizione privilegiata che gli permette di osservare come il mondo della ristorazione di alto livello si pone nei confronti dell’enologia italiana, ma anche nei confronti dei distillati di italica produzione.
Gabriele, cosa significa essere sommelier in uno dei luoghi più fashion del mondo? Con le possibilità di spendere crescono anche le esigenze dei clienti in fatto di vini e distillati?
Non nego che essere uno dei sommelier dell’equipe del George V a Parigi con direttore Eric Beaumard (vice miglior sommelier del mondo nel 1998 a Vienna) ti dà una carica ed una voglia incredibile, poi per quanto riguarda le opportunità di assaggiare grandi vini, posso dire che il George V ti offre la possibilità di aprire vini che credo pochissimi posti al mondo possono permettersi. Tutto questo grazie ad una clientela con delle potenzialità enormi: la media è di bottiglie sui 130 euro ma spesso -anche 2/3 volte a settimana – arriva il cliente disposto ad aprire grandissimi vini in millesimi prestigiosi, come un Mg di Petrus 1982 a 33.000 euro!
Che rapporto ha il cliente con i distillati?
Tra i distillati è chiaro che predominino quelli d’oltralpe ben noti a tutti gli appassionati.
Riserve pregiate e annate vecchissime arricchiscono la grande carta di vini,i più pregiati sono gli Hennessy Ellips, la riserva Talent di HINE con prezzi che vanno dai 450€ per il 1° a 900€ per il secondo. Passando al cognac, il più prestigioso è un Martell 1804 a 2000 euro la dose.
Per quanto riguarda invece il nostro prodotto italiano abbiamo una selezione delle più richieste tra cui rare e pregiate collezioni di produttori famosi e storicamente rilevanti.
Gli ospiti francesi ben noti per il loro attaccamento ai propri colori non si lasciano mai consigliare e vanno dritti ai grandi classici come Cognac o Armagnac, quindi è con i turisti che il sommelier può avere un certo potere nell’influenzare e nel suggerire la scelta giusta alla fine del pasto passando con il carrello dei digestivi e proponendo ciò che si a voglia di far scoprire.
Facile è capire dove oriento i miei clienti, anche per sfida con i miei colleghi (tutti francesi): io mi impegno nel proporre la grappa in base al gusto dell’ospite, da quella piacevole e fruttata servita ad una temperatura di 14° C a quelle più secche, fino a quelle barricate per chi le preferisce dal gusto più suadente e vellutato che non hanno niente da invidiare ai cognac e gli armagnac!
E’ capitato che qualcuno abbia esplicitamente richiesto a fine pasto un distillato italiano?
Clienti che esplicitamente domandino a fine pasto un bicchiere di grappa non è facile trovarne, ma l’indicazione del cammino da seguire vale più di mille carte di distillati anche perché a fine serata il cliente è stanco e si lascia condurre.
Qual’è il tuo rapporto con la grappa?
Personalmente sono un amatore delle grappe piuttosto morbide una delle mie preferite è quella di moscato Nonino per la facilità di beva e per finezza anche se devo dire che la complessità di profumi che evocano quelle della distilleria Berta sono molto affascinanti! Mi capita di berle in occasione di allenamenti che facciamo una volta a settimana che riguardano serie di distillati alla cieca provenienti da tutto il mondo…mi posso sbagliare su distillati o liquori particolari ma una cosa che ritrovo sempre è il sapore italiano della grappa che ci rappresenta nel mondo!
il futuro delle acqueviti – the future of spirits
Posted: 06 Sep 2011 06:25 AM PDT
Va bene il settore degli spirits, con le acqueviti che vanno sempre maggiormente verso la nicchia. Questo il dato su cui hanno dissertato gli esperti intervenuti al convegno “Il futuro delle acqueviti”, organizzato da Forum Aquavitae lo scorso 19 e 20 maggio a Borgo Antico San Vitale.
Nell’industria italiana del beverage, le bevande spiritose – come la normativa europea definisce gli “spirits” con più del 15% di volume di gradazione alcolica – hanno registrato le migliori performance di crescita, raccogliendo un +5% negli ultimi dieci anni, con segno positivo anche in questi ultimi anni di crisi. A fare da traino, il segmento dei liquori (+5,7%) che da solo pesa il 68% circa sull’intero comparto, mentre gli altri spirits sono andati a decrescere, ad esclusione di rum e acqueviti di frutta. Nel settore del beverage in Italia, le bevande spiritose in generale, sono quelle con il più alto valore aggiunto: +0,7% a volume dell’intero settore delle bevande, +10% in valore. Buone prestazioni anche nelle esportazioni a volume di bevande spiritose, dove l’Italia si piazza al terzo posto a livello mondiale mentre si posiziona solamente al nono posto se si parla di valore. Nella grande categoria delle bevande spiritose emergono le acqueviti, le bevande distillate che mantengono un forte collegamento con il territorio sia per il collegamento con le tradizioni, sia per i riflessi dell’ecosistema in cui nascono sul loro profilo sensoriale. Per questo motivo, alle acqueviti e alla grappa in particolare è stata dedicata una intera sessione di lavoro, durante la quale sono state affrontate tematiche legate alle origini, alla storia, all’economia e alla tecnologia di produzione, al consumo e alle regole per poterla apprezzare con pienezza. L’universo delle bevande spiritose viene stimato in oltre 20 miliardi di litri, posizionandole seconde solo alla birra e uguagliando praticamente i risultati del comparto vino.
enoteca stappamatto di rovereto – intervista a rosaria benedetti
Posted: 06 Sep 2011 06:23 AM PDT
Rosaria Benedetti
Una donna energetica, passionaria, con un forte carisma che coinvolge e inebria piacevolmente come i vini che sono parte della sua vita.
Rosaria Benedetti, titolare per molti anni dell’enoteca Stappamatto di Rovereto, oggi dell’Hotel Villa Maria Torbole sul Lago di Garda, sommelier e donna degustatrice della Guida Vini Buoni d’Italia possiede uno charme e un’esperienza che la rendono un personaggio unico nel suo genere.
Trentina, con la grappa ha da sempre un rapporto privilegiato perché da queste parti la grappa è come l’aceto balsamico per i modenesi, ovvero una istituzione.
Rosaria, una domanda alla donna degustatrice e titolare di una affermata enoteca a Rovereto, ma soprattutto all’abitante di questa regione: che cosa rappresenta la grappa per i trentini?
Chiamiamolo un “modus vivendi”, la grappa fa parte integrante del nostro quotidiano:
Siamo andati fortunatamente oltre il famoso “grappino a colazione”, corroborante quanto tragica esperienza sia adulta sia ahimè infantile, legata a decenni di profonda povertà ma conserviamo un grandissimo affetto per questo distillato. Per noi è la “creatura” di casa che trovi ovunque, in città come nelle valli di montagna, è il prodotto naturale di grande tradizione, la summa di un anno di lavoro in campagna ed in cantina, un legame indissolubile tra generazioni e territorio.
Ha notato, dal suo osservatorio privilegiato, un cambiamento nelle abitudini di consumo?
I cambiamenti sono molti. Qualche anno fa durante una degustazione di grappa un raffinato signore con i capelli d’argento mi ha detto: non trovo più in commercio una grappa veramente secca. Ecco il primo grande cambiamento: il consumatore si è abituato, o lo abbiamo abituato, a maggiori morbidezze, a prodotti che entrano in bocca scivolandovi eleganti senza graffiare per poi esplodere nella loro pienezza gustativa. Accanto a questo altri: l’aumento nel consumo di grappe aromatiche e di monovitigno, il servizio a temperature basse che mascherando un po’ la presenza alcolica, permette di affrontare anche il secondo bicchierino.
Strategie commerciali o variazione nel gusto?
Nella nostra Enoteca serviamo molte grappe tradizionali di vinacce miste, pochissime grappe fredde ed in ogni caso mai agli amici trentini!
Il Trentino Alto Adige è una regione “di confine” e quindi particolarmente soggetta alla discesa di austriaci e tedeschi che rappresentano oltretutto il più grande mercato estero di sbocco del nostro distillato. Secondo la sua esperienza, cosa si aspetta il cliente straniero dalla nostra grappa?
Un prodotto di pregio, una qualità elevatissima, una grande bevibilità e l’ emozione di un attimo.
Grappa liscia o invecchiata, qual’è la tendenza seguita dai produttori?
Credo che i produttori oggi siano tutti consapevoli che non ci sono categorie privilegiate: bisogna aprirsi a 360° lasciandosi anche guidare dell’evoluzione di mercati nuovi: i cambiamenti cui ho fatto cenno tracciano quotidianamente la strada da percorrere.
E comunque la grappa, è femmina, e piace come piace una bella donna: snella e dinamica quando è giovane, raffinata ed elegante quando gli anni passano. Ma questo i produttori già lo sanno.
Quale futuro si legge per il distillato italiano?
In salita! Forse sono eccessiva? ma sicuramente il vento non è favorevole. Bisogna mantenere un’altissima qualità di prodotto ed ampliare i mercati. Una grande regola del commercio dice che quando si chiude un mercato se ne deve aprire un altro e ci sono paesi in cui le vendite di distillato si stanno incrementando a fronte di altri in cui invece sono in forte calo. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno. Ovviamente di grappa!
La grappa in giro per l’Italia
Posted: 06 Sep 2011 06:20 AM PDT
GRAPPERIE APERTE 2011
Ultimi sprazzi di una torrida estate, in cui oltre al clima si è scaldato anche il motore dell’ottava edizione di Grapperie Aperte, l’imperdibile appuntamento che l’Istituto Nazionale Grappa organizza ogni anno nel mese di ottobre grazie alla collaborazione dei soci produttori di grappa di tutta Italia che per un’intera giornata aprono le porte delle proprie distillerie al grande pubblico per far conoscere non solo i prodotti ma anche i segreti su come nasce il distillato di bandiera del Bel Paese.
L’appuntamento con l’edizione 2011 è domenica 2 ottobre, per una giornata alla scoperta del nostro distillato principe tra alambicchi, tradizione e cultura. Numerose le adesioni da parte dei soci di ING che sono già pervenute alla segreteria organizzativa evidenziando un forte coinvolgimento che si rinnova anno dopo anno, così come forte è anche l’interesse che ogni edizione della manifestazione raccoglie tra appassionati di grappa, intenditori e semplici curiosi.
Domenica 2 ottobre, insieme alle tradizionali degustazioni e alle visite guidate in distilleria, i produttori offriranno una ricca agenda di eventi ed intrattenimenti che coinvolgeranno visitatori di ogni età e genere: dalle vere e proprie escursioni alla scoperta di tutti gli aspetti produttivi, dalla vigna all’alambicco, fino alle degustazioni di prodotti tipici in abbinamento alla grappa, senza tralasciare l’aspetto più “spettacolare” fatto da dimostrazioni con sommeliers e barman, preparazione di ricette a base di grappa insieme a chef illustri e presentazione di nuovi prodotti.
CONCORSO ANAG ACQUAVITE D’ORO
Edizione numero 6 per il prestigioso concorso Acquaviti d’Oro, organizzato dall’ANAG, che ha assegnato ben 74 medaglie a dimostrazione dell’alto valore dei prodotti presentati. Ogni categoria – sono 16 – ha avuto i propri vincitori e la peculiarità del concorso sta proprio nel radunare in una sola kermesse tutte le categorie di appartenenza delle varie acquaviti.
I campioni sono stati assaggiati da una rigida giuria composta da 77 assaggiatori ANAG provenienti da tutte le regioni d’Italia.
Tre le tipologie di premi assegnati: Best Gold, Oro e Argento. Ad aggiudicarsi il Best Gold – dedicato ai prodotti che si sono distinti in termini di giudizio dei giudici ANAG – 7 distillati, mentre le medaglie d’oro sono state 38 e gli argenti 29.
Le aziende che hanno ottenuto con i propri distillati un riconoscimento, da quest’anno potranno apporre sulle bottiglie premiate, il bollino esclusivo che permetterà al consumatore di riconoscere il prodotto e al produttore di avere un notevole ritorno d’immagine.
La premiazione ufficiale dei vincitori avverrà ad opera dei Presidenti ANAG di ogni regione creando un’occasione di contatto fra la associazione locale dell’ANAG e ciascuna azienda. Risultati e notizie del concorso sul sito www.acquavitidoro.eu
DOUJA D’OR ISTITUTO GRAPPA PIEMONTE
Si chiamerà Alambicco 150 – Storia di un’Italia unita e distillata, l’evento che si terrà ad Asti il prossimo 16 settembre nell’ambito del Douja D’Or. L’appuntamento con i distillati piemontesi è fissato nei locali dell’affascinante Palazzo dell’Enofila e vedrà alternarsi nel corso della giornata il convegno Lambiccar d’Italia, La Storia e i Volti della Grappa e il “tour” Sulle Rotte della Distillazione, che offrirà la possibilità di visitare due distillerie del territorio per conoscere da vicino gli elementi che costituiscono la concreta produzione dei distillati. La sera, nuovamente al Palazzo dell’Enofila, l’appuntamento “Dai Vitigni che han fatto l’Italia”, il quale ospiterà una interessante degustazione guidata, ispirata ai luoghi del viaggio di Garibaldi: protagoniste saranno quindi le grappe piemontesi, liguri, toscane e siciliane. La consegna del riconoscimento ufficiale Alambicco 150 concluderà la lunga giornata.
COCKTAIL SHOW A PERUGIA
Si terrà a Perugia il 26 e 27 settembre 2011, la 1a edizione di “Cocktail Show®” evento dedicato al mondo del bar e del food e beverage, che ospiterà il “Campionato Italiano Barman® Professionisti” e la competizione “The Best Wine Cocktail”. Le due competizioni che animeranno la kermesse – organizzata dalla Società Eventi DOP di Perugia (www.eventidop.com), già creatrice di “Acquavite Italia®” Mostra Nazionale del Distillato (www.acquaviteitalia.it) – saranno valutate da giurie d’eccezione composte da barman professionisti, rappresentanti qualificati dell’Associazione Italiana Sommelier, dell’Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa e Acquavite e da giornalisti operanti nel settore dell’enogastronomia. Sede dell’evento sarà la prestigiosa struttura del Centro Congressi Best Western Golf Hotel Quattrotorri e l’ingresso a “Cocktail Show®” sarà riservato esclusivamente ai professionisti del settore (gestori, titolari, dipendenti e operatori del settore bar, ristorazione e ospitalità in genere).
grappe e miele, un insolito abbinamento
Posted: 06 Sep 2011 06:15 AM PDT
di Camilla Guiggi
La grappa, distillato di vinacce, viene di solito degustata a fine pasto, ma la moda degli abbinamenti ci ha portato a provarla accostata a vari tipi di cibo. Si è iniziato con il cioccolato, poi con i formaggi, con i salumi e alla fine con il sushi. Anche l’accostamento con i sigari è risultato felicemente riuscito.
L’abbinamento con il miele si è voluto provare quasi come sfida il 24 settembre 2010 a Roma, durante il congresso sulla Grappa organizzato dall’Istituto Nazionale della Grappa.
Ma che cos’è il miele? “Per miele s’intende la sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze escrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive che esse bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare”. “Il miele è essenzialmente composto da diversi zuccheri, soprattutto fruttosio e glucosio, nonché da altre sostanze quali acidi organici, enzimi e particelle solide provenienti dalla raccolta del miele”.
Queste le definizioni che compaiono nel Decreto Legislativo 21 maggio 2004. Il miele è quindi un alimento completamente naturale, i cui principali elementi sono: zuccheri, enzimi, acidi, sali minerali e sostanze aromatiche.
I mieli uniflorali, di cui l’Italia è ricca, hanno profili sensoriali ben precisi, tali da renderli riconoscibili gli uni dagli altri. Il miele di acacia o di rododendro sono più dolci, invece il corbezzolo e il castagno hanno una componente amarognola, mentre l’eucalipto e l’ailanto risultano più aromatici.
Da qui l’abbinamento con la grappa. La grappa giovane, con le sue varie sfumature in relazione al vitigno d’origine , un po’ più “dura”si può abbinare ad un miele di rododendro, caratterizzato da sfumature di rose, o di ailanto, che ricorda all’olfatto il thè alla pesca. La grappa affinata con sensazioni più dolci, date dal passaggio in legno, si può abbinare con un miele di castagne, caratterizzato da un retrogusto ammandorlato, o di erica, che ricorda il caramello. Il miele di corbezzolo, caratterizzato da note di rabarbaro e di caffè, forse è il miele più difficile da abbinare per la sua componente amara. Interessanti sono gli abbinamenti regionali che si possono fare come avviene per i vini. Possiamo così provare un miele di castagno della Lunigiana DOP con una grappa del Chianti riserva. Il miele d’arancio, tipico della Sicilia, lo possiamo abbinare alla grappa di Zibibbo. Il miele di rododendro della Valtellina ben si va ad abbinare ad una grappa di Sfurzat.
La degustazione con abbinamento avviene come se si trattasse di un qualsiasi altro alimento. Si assaggia un cucchiaino di miele e poi si beve un sorso di grappa. La particolarità è che la componente glicerica del miele forma una patina in bocca che mitiga l’aggressività alcolica della grappa. L’abbinamento poi avviene per contrasto: le componenti dolci e morbide del miele vanno a contrastare e compensare le parti dure della grappa. Inoltre l’alcol della stessa grappa va a pulire la bocca ed invita ad un nuovo assaggio.
I giornalisti presenti alla conferenza a Roma hanno gradito molto l’abbinamento un po’ insolito, ma non per questo meno riuscito rispetto a quelli più classici. Concludendo largo alla fantasia e alla voglia di provare e tentare nuovi abbinamenti.
La grappa di Prosecco
Posted: 06 Sep 2011 06:10 AM PDT
Le valli di Conegliano e Valdobbiadene non danno i natali solo alle bollicine più famose del mondo. Gli stessi grappoli dorati raccolti nei circa 6000 della DOCG che nella loro prima lavorazione si trasformano in Prosecco non esauriscono la loro vita con l’estrazione del mosto fiore dagli acini con la pressatura soffice ma riescono a dare il meglio anche nella loro componente meno conosciuta, le vinacce, elemento tutt’altro che di scarto, dal momento che da questo origina uno dei distillati più raffinati del Nordest: la Grappa di Prosecco, giovane o affinata in barrique.
Un’acquavite dal bouquet ricco e armonioso, fruttato e floreale come lo stesso Prosecco, con un gusto fresco e pulito e avvolgente allo stesso tempo che conquista cuori e palati dei consumatori più raffinati, delle donne e dei giovani. Un appeal che si ripropone dunque, nei calici a tulipano ma anche nei bicchieri per distillati “da meditazione” i quali abbracciano – senza disperderli – gli aromi, i sentori, il retrogusto e la finissima consistenza al palato della Grappa di Prosecco. Una piacevole carezza alle papille gustative, un sorso che non anestetizza la bocca nonostante i 40 gradi di volume, ma la avvolge vellutatamente. Da degustare liscia e a temperatura ambiente per non alterarne le caratteristiche organolettiche originali, la Grappa di Prosecco giovane ha un aspetto visivo cristallino e limpido, mentre le grappe affinate e invecchiate in barrique si presentano all’esame visivo con un colore più ambrato e carico, persistenti all’olfatto con un profumo che col tempo tende a evolvere nello speziato. Ottima da sola, la grappa barricata si presta bene anche a un consumo “meditativo” in abbinamento con cioccolato fondente o accompagnata da un sigaro di qualità.
Le novità nel mondo della Grappa
Posted: 06 Sep 2011 06:03 AM PDT
SUCCESSI “MONDIALI” PER BERTAGNOLLI: Nuova medaglia per la Grappa di Amarone Invecchiata E SPONSOR DEL MOTOGP DEL PORTOGALLO
Periodo d’oro, anzi d’argento, per Bertagnolli. D’argento come la medaglia che la nota distilleria si è aggiudicata lo scorso maggio alla diciottesima edizione dei Concours Mondial De Bruxelles, nella sezione Spirit, con la Grappa di Amarone Invecchiata. A valutare i campioni, una giuria internazionale composta da oltre 260 degustatori tra sommelier, giornalisti e importatori. Delle 100 medaglie conferite, soltanto sette riguardano la categoria Grappa.
Pochi giorni prima, la Premiata Distilleria G. Bertagnolli è stata protagonista sui teleschermi di tutto il mondo in occasione del MotoGP del Portogallo – di cui è stata sponsor – sul circuito dell’Estoril. Lo slogan del marchio, da sempre a sostegno dello sport è stato anche sul circuito portoghese “G. Bertagnolli: grappe trentine di qualità dal 1870”.
SORSI DI LUCE PER LA RISTORAZIONE DI ALTA QUALITA’: DEBUTTA LA NUOVA LINEA DI FRANCOLI
Si chiama Sorsi di Luce ed è un’idea nata delle Distillerie Francoli dedicata solo ed esclusivamente alla ristorazione di alta qualità che vuole distinguersi dal locale classico o dal bar. Un distillato che rivoluziona il mondo del dopo pasto al ristorante. Sorsi di Luce è una nuova linea composta da quattro fragranze racchiuse in una nuova ed elegante bottiglia, dalla linea e dalle decorazioni accattivanti. Nato da due rari vitigni a bacca bianca e rossa, Sorsi di Luce è un distillato dalla purezza profonda e dal gusto intenso, espressione di una tradizione distillatoria tramandata di anno in anno e interpretata oggi in maniera del tutto innovativa. Quattro le tipologie di Grappa Luigi Francoli Sorsi di Luce: Grappa Sorsi di Luce Vespolina e Nebbiolo, espressione enologica caratteristica del nord Piemonte vitivinicolo, nasce da due bacche rosse che caratterizzano vini complessi e con forte identità; Sorsi di Erbaluce nasce invece da un vitigno a bacca bianca presente quasi esclusivamente nel Piemonte settentrionale che fornisce vinacce con apprezzabili sentori floreali; la Grappa Riserva Nebbiolo da Barolo Barrique è un distillato pregevolmente delicato grazie alla sua lunga permanenza in legno; la Grappa Riserva Moscato e Bracchetto Barrique, infine, si distingue per il suo spiccato profumo che unisce le generose note di una particolare fragranza dai tratti più maturi e avvolgenti del legno di rovere.
MAZZETTI D’ALTAVILLA: UNA PIOGGIA D’ORO (E D’ARGENTO) PRIMA DI SPICCARE IL VOLO NEI CIELI D’EUROPA E DEDICARSI ALLA “GRAPPA SOLIDALE”
Le grappe della storica distilleria Mazzetti d’Altavilla sbanca l’Internationaler Spirituoseen Wettbewerb, il concorso internazionale dei superalcolici, liquori e distillati. Oro e argento per i tre prodotti che la grapperia più antica del Piemonte ha inviato alla giuria del prestigioso concorso. La medaglia d’oro l’ha ottenuta la Grappa Invecchiata Riserva 18.46, affinata per oltre 18 mesi in barrique, mentre i due argenti sono andati alla Grappa di Nebbiolo da Barolo Invecchiata – con sentori floreali, fruttati e speziati – e all’Amaro di Altavilla, antico elisir di erbe prodotto seguendo la ricetta originale dei Monaci Benedettini all’inizio dell’Ottocento. Un en plein che sottolinea la qualità della Grappa Mazzetti d’Altavilla, dal momento che a contendersi le medaglie sono stati oltre 700 campioni provenienti da tutto il mondo. La stella di Mazzetti d’Altavilla brilla dunque nel cielo europeo, che a partire dal 28 giugno lega il suo nome a quello della compagnia aerea Air One e alla rivista “Vie del Gusto Magazine”, distribuita in 40 mila copie ai passeggeri. Intanto le grappe della storica distilleria piemontese giunta quest’anno al 165° anno dalla fondazione mietono successi anche in patria: dal Grappa & Co. Tasting di Vinitaly 2011 i nuovi liquori di Mazzetti d’Altavilla si congedano con un bottino assai ricco. Oro di Mazzetti ®, pregiato liquore a base di Grappa con microscaglie di vero oro alimentare (23 carati) ottiene il massimo punteggio nel packaging fra i 145 prodotti presentati all’evento dalle tante distillerie italiane partecipanti intascando valutazioni fra le più alte anche nel “naming” e nella “sensorialità” e gradimento molto elevato anche per Cafeina ® e Black Rizia ®, novità della Collezione 2011 di Mazzetti d’Altavilla, fortemente innovative grazie al gusto intenso rilasciato da pure radici di liquirizia e da chicchi di caffè rimasti in infusione nella Grappa Invecchiata. Tra le stelle di Mazzetti d’Altavilla, brilla anche quella della solidarietà, con l’uscita della “Grappa Solidale” a sostegno del “Progetto Sarah – Onlus”, mirato alla costruzione di scuole e di infrastrutture per l’infanzia nell’isola-stato africana del Madagascar. La “Grappa Solidale”, realizzata in bottiglia a numero limitato con astuccio litografato e personalizzato, è prodotta con vinacce di uve piemontesi e contiene una preziosa e purissima stecca di vaniglia acquistata in Madagascar, nel villaggio di Androvolo, dove il “Progetto Sarah” attualmente opera.
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Remare controcorrente per sconfiggere la crisi
Posted: 06 Sep 2011 06:50 AM PDT
Cesare Mazzetti, Presidente ING
E’ inutile tapparsi gli occhi e le orecchie: la crisi c’è e non la si può ignorare. E i numeri in declino dei consumi ce lo stanno a ricordare. Ma forse si può fare qualcosa per traghettare il settore fuori dal vortice che sta inghiottendo a vari livelli l’economia del made in Italy. In primis, continuare a garantire un prodotto di qualità, garantito dal rispetto delle regole produttive, e di un disciplinare rigido quanto basti per selezionare “all’ingresso” i produttori seri da quelli senza scrupoli che neppure troppo inconsciamente denigrano uno dei nostri ambasciatori nel mondo quale la grappa. In seconda battuta, soprattutto nei momenti difficili come quello attuale in cui affrontare il mercato da soli non è produttivo e nemmeno conveniente, è essenziale fare sistema e cercare di portare avanti con unità di intenti politiche di tutela del prodotto e allo stesso tempo sposare attività promozionali per far conoscere al mondo intero un prodotto ancora troppo di nicchia.
Promozione che dovrebbe avvenire a vari livelli, partendo dai nostri più stretti collaboratori ovvero i sommelier e i ristoratori italiani all’estero, le enoteche e i distributori, che dal loro osservatorio privilegiato hanno quotidianamente il polso della situazione e – grazie ai loro consigli alla clientela più “indecisa” – sono in grado di influenzare l’andamento di una parte (anche se marginale) dei consumi. Gocce nel mare se vogliamo, ma proprio di gocce è fatto il mare. Per questo ci “aggrappiamo” – perdonate il bisticcio linguistico – a tutto quello che può contribuire a diffondere la nostra immagine e quella del nostro prodotto. Concorsi – come quelli organizzati da Anag che ha premiato le Acquaviti d’Oro con 74 medaglie e che a settembre ad Asti celebrerà la ventinovesima edizione dell’Alambicco d’Oro – giornate divulgative come Grapperie Aperte in programma per il prossimo 2 ottobre, workshop e convegni come quelli, interessantissimi, che si sono tenuti prima dell’estate e – perché no – qualche passaggio televisivo informativo e qualche messaggio subliminale nascosto tra i fotogrammi del nostro patrimonio cinematografico.
In questo numero di Grappa Time, grande spazio viene dato proprio a chi ogni giorno contribuisce a diffondere nel mondo la cultura della grappa e a farla conoscere laddove non lo è ancora. Dal sommelier vicecampione italiano AIS 2010 Gabriele Del Carlo a una donna che ha fatto del vino e dei distillati più che una passione una ragione di vita: Rosaria Benedetti, titolare per molti anni dell’Enoteca Stappamatto di Rovereto, degustatrice della Guida Vini Buoni d’Italia, sommelier e soprattutto – da buona trentina – amante del distillato italiano per antonomasia. Un’altra donna sommelier e assaggiatrice ANAG, Camilla Guiggi, ci guida alla scoperta di un modo diverso di degustare la grappa, che dopo essere stata abbinata al cioccolato e ai sigari, si sposa con il miele.
Tanti piccoli tasselli di un complesso puzzle, tante piccole gocce d’acqua…anzi d’acquavite.
Il Ministero Delle Politiche Agricole Vara La Scheda Tecnica Della “Grappa”
Posted: 06 Sep 2011 06:45 AM PDT
Buone nuove sul fronte del riconoscimento dell’Indicazione Geografica “Grappa”. Lo scorso 9 agosto, il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, On. Saverio Romano, ha informato di aver sottoscritto il Decreto applicativo dell’articolo 17 del regolamento (CE) n. 110/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 15 gennaio 2008, concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l’etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche delle bevande spiritose, meglio nota come Scheda tecnica della “Grappa”. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le “schede” verranno trasmesse dallo stesso Ministero alla Commissione Europea per la conclusione dell’iter procedurale previsto dal Regolamento CE n 110/08. “Tale Decreto – ha commentato il Presidente dell’Istituto Nazionale Grappa Cesare Mazzetti – fissa quindi la scheda tecnica per la Indicazione Geografica “Grappa” , risultato di una lunga mediazione tra le varie Associazioni di Categoria, tra cui il nostro Istituto che si è fortemente battuto al fianco di Assodistil per il recepimento di una normativa maggiormente protettiva della tipicità del prodotto e degli interessi di produttori e consumatori. Un plauso al Ministro Romano per il lodevole lavoro portato avanti per difendere il nostro distillato di bandiera, e un particolarmente apprezzato per l’inserimento nella scheda del divieto di imbottigliamento della Grappa al di fuori del territorio nazionale: un punto, questo, sul quale più volte l’Istituto era stato sollecitato dai propri Associati”.
La Grappa Sugli Schermi. Un Nuovo Modo Di Fare Informazione?
Posted: 06 Sep 2011 06:40 AM PDT
Siete al cinema, o comodamente seduti sul divano di casa e state piacevolmente assistendo alla proiezione del vostro film preferito quando, come in ogni pellicola che si rispetti, arriva la classica scena al ristorante o a casa del protagonista…alla rituale domanda “posso offrirti qualcosa da bere?” la risposta è quasi sempre la stessa: “un whisky, grazie” o tuttalpiù “un Martini” o “un Negroni”. Mai una volta che l’interrogato risponda: “volentieri, una Grappa !”.
La pubblicità è l’anima del commercio e siamo d’accordo che un prodotto di qualità si promuove da solo, ma in una società in cui lo stile di vita viene fortemente influenzato da quanto passa via etere o sul grande schermo, il potere persuasivo di potenziali consumatori attraverso messaggi “subliminali” è potentissimo.
Rovistando nella moderna filmografia italiana – se non lo fanno in Italia figuriamoci all’estero – non abbiamo trovato alcun film che avesse riferimenti espliciti al consumo o alla storia del distillato di bandiera del Bel Paese, se non un cortometraggio-documentario, della durata di appena dieci minuti recante come titolo “Il Poeta della Grappa”, ambientato e Neive (CN) e uscito nel 2006 sotto la direzione di Stefano Scarafia.
Insieme all’arte e all’enogastronomia, il cinema è una delle eccellenze italiane nel mondo e la forza propulsiva di due numeri uno messi insieme non è da sottovalutare. Così come da sottovalutare non è nemmeno l’efficacia della comunicazione non verbale ma semplicemente visiva, come il posizionamento strategico al centro della scena del prodotto a cui si vuole dare visibilità.
Non è così difficile trovare marchi o prodotti rappresentativi di realtà straniere anche in pellicole prodotte in casa nostra. Se riescono dall’estero a infarcire di pubblicità “occulta” i fotogrammi della nostra produzione cinematografica, perché noi non riusciamo a farlo? Siamo tutti patriottici quando si tratta di sventolare la bandiera italiana in occasione dei mondiali di calcio nonostante il nostro destino sia legato alle gambe di undici ragazzi che non offrono la certezza matematica di un successo, ma lo siamo troppo poco con le nostre vere eccellenze, il cibo, il vino e appunto la grappa. Una bandiera che anche in assenza di vento a favore continuerà sempre e comunque a sventolare sui pennoni dell’economia italiana. Sempre che ci sia qualcuno che abbia la volontà di issarcela.
l’alambicco
Posted: 06 Sep 2011 06:35 AM PDT
di Elvio Bonollo
Parlare di alambicco a un distillatore è come parlare a un sommelier di vino. Ognuno però ha il suo, differente in qualche specificità da tutti gli altri, con un denominatore comune che è la sua struttura realizzata in rame. L’alambicco è lo strumento che permette di separare i componenti volatili di un fermentato in base al loro diverso punto di ebollizione. Si possono subito identificare la sorgente termica –il fuoco- che produce il calore necessario a portare ad ebollizione la materia prima fermentata da distillare, il piccolo serbatoio in cui il liquido da distillare viene contenuto, il tubicino in cui entrano i vapori evaporati, la serpentina di condensazione che, attraverso lo scambio termico, permette di trasformare in stato liquido il distillato.
La logica di funzionamento dell’alambicco è tanto semplice quanto affascinante e complessa nei suoi aspetti chimico fisici: in pratica le sostanze volatili contenute nel vino continuano ad evaporare durante la distillazione la cui temperatura cresce sempre di più. Le componenti più leggere sono le prime ad evaporare –sono quelle più pungenti al naso, conosciute tradizionalmente come teste- e sono le prime, divenute distillato, ad essere scartate, poi evaporano le componenti volatili di maggior pregio organolettico – quelle che costituiranno il distillato da bere- ed in fine evaporeranno le componenti più pesanti per le quali sono necessarie temperature più elevate. Quest’ultime costituiscono le cosiddette code che vanno condensate e scartate in quanto di cattivo pregio organolettico. In altri termini si tagliano le teste e le code per isolare la parte centrale del distillato, il cuore che costituisce l’acquavite che si vuole ottenere.
Nella sua estrema semplicità, dunque, l’alambicco racconta il procedimento della distillazione che può essere discontinua o continua. La Distillazione discontinua viene realizzata alimentando la caldaia in modo intermittente ed ogni carico viene chiamato “Cotta”; quando la materia prima è esaurita, la caldaia viene scaricata e riempita con un’altra cotta. Questo tipo di distillazione spesso è svolta nei tipici alambicchi di rame ove la vinaccia viene posta e poi attraversata dal vapore acqueo che la impoverisce delle sue componenti volatili. La distillazione continua avviene alimentando la colonna di esaurimento della vinaccia ininterrottamente, ottenendo da una parte l’estrazione del distillato e delle frazioni dotate di diversa volatilità e dall’altra l’esaurimento dalla stessa della vinaccia che transita all’interno in maniera continua.
gabriele del carlo – sommelier del four season george v hotel di parigi e vicecampione italiano in carica
Posted: 06 Sep 2011 06:30 AM PDT
Gabriele Del Carlo
Ventisette anni, lucchese, un curriculum da far invidia e un carattere che lascia trasparire dietro la faccia pulita da ragazzino tutta la sicurezza e la competenza nel lavoro che fa.
Gabriele Del Carlo, vicecampione italiano in carica del concorso Miglior Sommelier d’Italia 2010, Miglior Sommelier della Toscana 2011 e Miglior Professionista Solidus dell’anno 2011, lavora come sommelier in uno degli hotel più prestigiosi del mondo, il Four Season George V di Parigi.
Una posizione privilegiata che gli permette di osservare come il mondo della ristorazione di alto livello si pone nei confronti dell’enologia italiana, ma anche nei confronti dei distillati di italica produzione.
Gabriele, cosa significa essere sommelier in uno dei luoghi più fashion del mondo? Con le possibilità di spendere crescono anche le esigenze dei clienti in fatto di vini e distillati?
Non nego che essere uno dei sommelier dell’equipe del George V a Parigi con direttore Eric Beaumard (vice miglior sommelier del mondo nel 1998 a Vienna) ti dà una carica ed una voglia incredibile, poi per quanto riguarda le opportunità di assaggiare grandi vini, posso dire che il George V ti offre la possibilità di aprire vini che credo pochissimi posti al mondo possono permettersi. Tutto questo grazie ad una clientela con delle potenzialità enormi: la media è di bottiglie sui 130 euro ma spesso -anche 2/3 volte a settimana – arriva il cliente disposto ad aprire grandissimi vini in millesimi prestigiosi, come un Mg di Petrus 1982 a 33.000 euro!
Che rapporto ha il cliente con i distillati?
Tra i distillati è chiaro che predominino quelli d’oltralpe ben noti a tutti gli appassionati.
Riserve pregiate e annate vecchissime arricchiscono la grande carta di vini,i più pregiati sono gli Hennessy Ellips, la riserva Talent di HINE con prezzi che vanno dai 450€ per il 1° a 900€ per il secondo. Passando al cognac, il più prestigioso è un Martell 1804 a 2000 euro la dose.
Per quanto riguarda invece il nostro prodotto italiano abbiamo una selezione delle più richieste tra cui rare e pregiate collezioni di produttori famosi e storicamente rilevanti.
Gli ospiti francesi ben noti per il loro attaccamento ai propri colori non si lasciano mai consigliare e vanno dritti ai grandi classici come Cognac o Armagnac, quindi è con i turisti che il sommelier può avere un certo potere nell’influenzare e nel suggerire la scelta giusta alla fine del pasto passando con il carrello dei digestivi e proponendo ciò che si a voglia di far scoprire.
Facile è capire dove oriento i miei clienti, anche per sfida con i miei colleghi (tutti francesi): io mi impegno nel proporre la grappa in base al gusto dell’ospite, da quella piacevole e fruttata servita ad una temperatura di 14° C a quelle più secche, fino a quelle barricate per chi le preferisce dal gusto più suadente e vellutato che non hanno niente da invidiare ai cognac e gli armagnac!
E’ capitato che qualcuno abbia esplicitamente richiesto a fine pasto un distillato italiano?
Clienti che esplicitamente domandino a fine pasto un bicchiere di grappa non è facile trovarne, ma l’indicazione del cammino da seguire vale più di mille carte di distillati anche perché a fine serata il cliente è stanco e si lascia condurre.
Qual’è il tuo rapporto con la grappa?
Personalmente sono un amatore delle grappe piuttosto morbide una delle mie preferite è quella di moscato Nonino per la facilità di beva e per finezza anche se devo dire che la complessità di profumi che evocano quelle della distilleria Berta sono molto affascinanti! Mi capita di berle in occasione di allenamenti che facciamo una volta a settimana che riguardano serie di distillati alla cieca provenienti da tutto il mondo…mi posso sbagliare su distillati o liquori particolari ma una cosa che ritrovo sempre è il sapore italiano della grappa che ci rappresenta nel mondo!
il futuro delle acqueviti – the future of spirits
Posted: 06 Sep 2011 06:25 AM PDT
Va bene il settore degli spirits, con le acqueviti che vanno sempre maggiormente verso la nicchia. Questo il dato su cui hanno dissertato gli esperti intervenuti al convegno “Il futuro delle acqueviti”, organizzato da Forum Aquavitae lo scorso 19 e 20 maggio a Borgo Antico San Vitale.
Nell’industria italiana del beverage, le bevande spiritose – come la normativa europea definisce gli “spirits” con più del 15% di volume di gradazione alcolica – hanno registrato le migliori performance di crescita, raccogliendo un +5% negli ultimi dieci anni, con segno positivo anche in questi ultimi anni di crisi. A fare da traino, il segmento dei liquori (+5,7%) che da solo pesa il 68% circa sull’intero comparto, mentre gli altri spirits sono andati a decrescere, ad esclusione di rum e acqueviti di frutta. Nel settore del beverage in Italia, le bevande spiritose in generale, sono quelle con il più alto valore aggiunto: +0,7% a volume dell’intero settore delle bevande, +10% in valore. Buone prestazioni anche nelle esportazioni a volume di bevande spiritose, dove l’Italia si piazza al terzo posto a livello mondiale mentre si posiziona solamente al nono posto se si parla di valore. Nella grande categoria delle bevande spiritose emergono le acqueviti, le bevande distillate che mantengono un forte collegamento con il territorio sia per il collegamento con le tradizioni, sia per i riflessi dell’ecosistema in cui nascono sul loro profilo sensoriale. Per questo motivo, alle acqueviti e alla grappa in particolare è stata dedicata una intera sessione di lavoro, durante la quale sono state affrontate tematiche legate alle origini, alla storia, all’economia e alla tecnologia di produzione, al consumo e alle regole per poterla apprezzare con pienezza. L’universo delle bevande spiritose viene stimato in oltre 20 miliardi di litri, posizionandole seconde solo alla birra e uguagliando praticamente i risultati del comparto vino.
enoteca stappamatto di rovereto – intervista a rosaria benedetti
Posted: 06 Sep 2011 06:23 AM PDT
Rosaria Benedetti
Una donna energetica, passionaria, con un forte carisma che coinvolge e inebria piacevolmente come i vini che sono parte della sua vita.
Rosaria Benedetti, titolare per molti anni dell’enoteca Stappamatto di Rovereto, oggi dell’Hotel Villa Maria Torbole sul Lago di Garda, sommelier e donna degustatrice della Guida Vini Buoni d’Italia possiede uno charme e un’esperienza che la rendono un personaggio unico nel suo genere.
Trentina, con la grappa ha da sempre un rapporto privilegiato perché da queste parti la grappa è come l’aceto balsamico per i modenesi, ovvero una istituzione.
Rosaria, una domanda alla donna degustatrice e titolare di una affermata enoteca a Rovereto, ma soprattutto all’abitante di questa regione: che cosa rappresenta la grappa per i trentini?
Chiamiamolo un “modus vivendi”, la grappa fa parte integrante del nostro quotidiano:
Siamo andati fortunatamente oltre il famoso “grappino a colazione”, corroborante quanto tragica esperienza sia adulta sia ahimè infantile, legata a decenni di profonda povertà ma conserviamo un grandissimo affetto per questo distillato. Per noi è la “creatura” di casa che trovi ovunque, in città come nelle valli di montagna, è il prodotto naturale di grande tradizione, la summa di un anno di lavoro in campagna ed in cantina, un legame indissolubile tra generazioni e territorio.
Ha notato, dal suo osservatorio privilegiato, un cambiamento nelle abitudini di consumo?
I cambiamenti sono molti. Qualche anno fa durante una degustazione di grappa un raffinato signore con i capelli d’argento mi ha detto: non trovo più in commercio una grappa veramente secca. Ecco il primo grande cambiamento: il consumatore si è abituato, o lo abbiamo abituato, a maggiori morbidezze, a prodotti che entrano in bocca scivolandovi eleganti senza graffiare per poi esplodere nella loro pienezza gustativa. Accanto a questo altri: l’aumento nel consumo di grappe aromatiche e di monovitigno, il servizio a temperature basse che mascherando un po’ la presenza alcolica, permette di affrontare anche il secondo bicchierino.
Strategie commerciali o variazione nel gusto?
Nella nostra Enoteca serviamo molte grappe tradizionali di vinacce miste, pochissime grappe fredde ed in ogni caso mai agli amici trentini!
Il Trentino Alto Adige è una regione “di confine” e quindi particolarmente soggetta alla discesa di austriaci e tedeschi che rappresentano oltretutto il più grande mercato estero di sbocco del nostro distillato. Secondo la sua esperienza, cosa si aspetta il cliente straniero dalla nostra grappa?
Un prodotto di pregio, una qualità elevatissima, una grande bevibilità e l’ emozione di un attimo.
Grappa liscia o invecchiata, qual’è la tendenza seguita dai produttori?
Credo che i produttori oggi siano tutti consapevoli che non ci sono categorie privilegiate: bisogna aprirsi a 360° lasciandosi anche guidare dell’evoluzione di mercati nuovi: i cambiamenti cui ho fatto cenno tracciano quotidianamente la strada da percorrere.
E comunque la grappa, è femmina, e piace come piace una bella donna: snella e dinamica quando è giovane, raffinata ed elegante quando gli anni passano. Ma questo i produttori già lo sanno.
Quale futuro si legge per il distillato italiano?
In salita! Forse sono eccessiva? ma sicuramente il vento non è favorevole. Bisogna mantenere un’altissima qualità di prodotto ed ampliare i mercati. Una grande regola del commercio dice che quando si chiude un mercato se ne deve aprire un altro e ci sono paesi in cui le vendite di distillato si stanno incrementando a fronte di altri in cui invece sono in forte calo. Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno. Ovviamente di grappa!
La grappa in giro per l’Italia
Posted: 06 Sep 2011 06:20 AM PDT
GRAPPERIE APERTE 2011
Ultimi sprazzi di una torrida estate, in cui oltre al clima si è scaldato anche il motore dell’ottava edizione di Grapperie Aperte, l’imperdibile appuntamento che l’Istituto Nazionale Grappa organizza ogni anno nel mese di ottobre grazie alla collaborazione dei soci produttori di grappa di tutta Italia che per un’intera giornata aprono le porte delle proprie distillerie al grande pubblico per far conoscere non solo i prodotti ma anche i segreti su come nasce il distillato di bandiera del Bel Paese.
L’appuntamento con l’edizione 2011 è domenica 2 ottobre, per una giornata alla scoperta del nostro distillato principe tra alambicchi, tradizione e cultura. Numerose le adesioni da parte dei soci di ING che sono già pervenute alla segreteria organizzativa evidenziando un forte coinvolgimento che si rinnova anno dopo anno, così come forte è anche l’interesse che ogni edizione della manifestazione raccoglie tra appassionati di grappa, intenditori e semplici curiosi.
Domenica 2 ottobre, insieme alle tradizionali degustazioni e alle visite guidate in distilleria, i produttori offriranno una ricca agenda di eventi ed intrattenimenti che coinvolgeranno visitatori di ogni età e genere: dalle vere e proprie escursioni alla scoperta di tutti gli aspetti produttivi, dalla vigna all’alambicco, fino alle degustazioni di prodotti tipici in abbinamento alla grappa, senza tralasciare l’aspetto più “spettacolare” fatto da dimostrazioni con sommeliers e barman, preparazione di ricette a base di grappa insieme a chef illustri e presentazione di nuovi prodotti.
CONCORSO ANAG ACQUAVITE D’ORO
Edizione numero 6 per il prestigioso concorso Acquaviti d’Oro, organizzato dall’ANAG, che ha assegnato ben 74 medaglie a dimostrazione dell’alto valore dei prodotti presentati. Ogni categoria – sono 16 – ha avuto i propri vincitori e la peculiarità del concorso sta proprio nel radunare in una sola kermesse tutte le categorie di appartenenza delle varie acquaviti.
I campioni sono stati assaggiati da una rigida giuria composta da 77 assaggiatori ANAG provenienti da tutte le regioni d’Italia.
Tre le tipologie di premi assegnati: Best Gold, Oro e Argento. Ad aggiudicarsi il Best Gold – dedicato ai prodotti che si sono distinti in termini di giudizio dei giudici ANAG – 7 distillati, mentre le medaglie d’oro sono state 38 e gli argenti 29.
Le aziende che hanno ottenuto con i propri distillati un riconoscimento, da quest’anno potranno apporre sulle bottiglie premiate, il bollino esclusivo che permetterà al consumatore di riconoscere il prodotto e al produttore di avere un notevole ritorno d’immagine.
La premiazione ufficiale dei vincitori avverrà ad opera dei Presidenti ANAG di ogni regione creando un’occasione di contatto fra la associazione locale dell’ANAG e ciascuna azienda. Risultati e notizie del concorso sul sito www.acquavitidoro.eu
DOUJA D’OR ISTITUTO GRAPPA PIEMONTE
Si chiamerà Alambicco 150 – Storia di un’Italia unita e distillata, l’evento che si terrà ad Asti il prossimo 16 settembre nell’ambito del Douja D’Or. L’appuntamento con i distillati piemontesi è fissato nei locali dell’affascinante Palazzo dell’Enofila e vedrà alternarsi nel corso della giornata il convegno Lambiccar d’Italia, La Storia e i Volti della Grappa e il “tour” Sulle Rotte della Distillazione, che offrirà la possibilità di visitare due distillerie del territorio per conoscere da vicino gli elementi che costituiscono la concreta produzione dei distillati. La sera, nuovamente al Palazzo dell’Enofila, l’appuntamento “Dai Vitigni che han fatto l’Italia”, il quale ospiterà una interessante degustazione guidata, ispirata ai luoghi del viaggio di Garibaldi: protagoniste saranno quindi le grappe piemontesi, liguri, toscane e siciliane. La consegna del riconoscimento ufficiale Alambicco 150 concluderà la lunga giornata.
COCKTAIL SHOW A PERUGIA
Si terrà a Perugia il 26 e 27 settembre 2011, la 1a edizione di “Cocktail Show®” evento dedicato al mondo del bar e del food e beverage, che ospiterà il “Campionato Italiano Barman® Professionisti” e la competizione “The Best Wine Cocktail”. Le due competizioni che animeranno la kermesse – organizzata dalla Società Eventi DOP di Perugia (www.eventidop.com), già creatrice di “Acquavite Italia®” Mostra Nazionale del Distillato (www.acquaviteitalia.it) – saranno valutate da giurie d’eccezione composte da barman professionisti, rappresentanti qualificati dell’Associazione Italiana Sommelier, dell’Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa e Acquavite e da giornalisti operanti nel settore dell’enogastronomia. Sede dell’evento sarà la prestigiosa struttura del Centro Congressi Best Western Golf Hotel Quattrotorri e l’ingresso a “Cocktail Show®” sarà riservato esclusivamente ai professionisti del settore (gestori, titolari, dipendenti e operatori del settore bar, ristorazione e ospitalità in genere).
grappe e miele, un insolito abbinamento
Posted: 06 Sep 2011 06:15 AM PDT
di Camilla Guiggi
La grappa, distillato di vinacce, viene di solito degustata a fine pasto, ma la moda degli abbinamenti ci ha portato a provarla accostata a vari tipi di cibo. Si è iniziato con il cioccolato, poi con i formaggi, con i salumi e alla fine con il sushi. Anche l’accostamento con i sigari è risultato felicemente riuscito.
L’abbinamento con il miele si è voluto provare quasi come sfida il 24 settembre 2010 a Roma, durante il congresso sulla Grappa organizzato dall’Istituto Nazionale della Grappa.
Ma che cos’è il miele? “Per miele s’intende la sostanza dolce naturale che le api (Apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze escrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive che esse bottinano, trasformano, combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare”. “Il miele è essenzialmente composto da diversi zuccheri, soprattutto fruttosio e glucosio, nonché da altre sostanze quali acidi organici, enzimi e particelle solide provenienti dalla raccolta del miele”.
Queste le definizioni che compaiono nel Decreto Legislativo 21 maggio 2004. Il miele è quindi un alimento completamente naturale, i cui principali elementi sono: zuccheri, enzimi, acidi, sali minerali e sostanze aromatiche.
I mieli uniflorali, di cui l’Italia è ricca, hanno profili sensoriali ben precisi, tali da renderli riconoscibili gli uni dagli altri. Il miele di acacia o di rododendro sono più dolci, invece il corbezzolo e il castagno hanno una componente amarognola, mentre l’eucalipto e l’ailanto risultano più aromatici.
Da qui l’abbinamento con la grappa. La grappa giovane, con le sue varie sfumature in relazione al vitigno d’origine , un po’ più “dura”si può abbinare ad un miele di rododendro, caratterizzato da sfumature di rose, o di ailanto, che ricorda all’olfatto il thè alla pesca. La grappa affinata con sensazioni più dolci, date dal passaggio in legno, si può abbinare con un miele di castagne, caratterizzato da un retrogusto ammandorlato, o di erica, che ricorda il caramello. Il miele di corbezzolo, caratterizzato da note di rabarbaro e di caffè, forse è il miele più difficile da abbinare per la sua componente amara. Interessanti sono gli abbinamenti regionali che si possono fare come avviene per i vini. Possiamo così provare un miele di castagno della Lunigiana DOP con una grappa del Chianti riserva. Il miele d’arancio, tipico della Sicilia, lo possiamo abbinare alla grappa di Zibibbo. Il miele di rododendro della Valtellina ben si va ad abbinare ad una grappa di Sfurzat.
La degustazione con abbinamento avviene come se si trattasse di un qualsiasi altro alimento. Si assaggia un cucchiaino di miele e poi si beve un sorso di grappa. La particolarità è che la componente glicerica del miele forma una patina in bocca che mitiga l’aggressività alcolica della grappa. L’abbinamento poi avviene per contrasto: le componenti dolci e morbide del miele vanno a contrastare e compensare le parti dure della grappa. Inoltre l’alcol della stessa grappa va a pulire la bocca ed invita ad un nuovo assaggio.
I giornalisti presenti alla conferenza a Roma hanno gradito molto l’abbinamento un po’ insolito, ma non per questo meno riuscito rispetto a quelli più classici. Concludendo largo alla fantasia e alla voglia di provare e tentare nuovi abbinamenti.
La grappa di Prosecco
Posted: 06 Sep 2011 06:10 AM PDT
Le valli di Conegliano e Valdobbiadene non danno i natali solo alle bollicine più famose del mondo. Gli stessi grappoli dorati raccolti nei circa 6000 della DOCG che nella loro prima lavorazione si trasformano in Prosecco non esauriscono la loro vita con l’estrazione del mosto fiore dagli acini con la pressatura soffice ma riescono a dare il meglio anche nella loro componente meno conosciuta, le vinacce, elemento tutt’altro che di scarto, dal momento che da questo origina uno dei distillati più raffinati del Nordest: la Grappa di Prosecco, giovane o affinata in barrique.
Un’acquavite dal bouquet ricco e armonioso, fruttato e floreale come lo stesso Prosecco, con un gusto fresco e pulito e avvolgente allo stesso tempo che conquista cuori e palati dei consumatori più raffinati, delle donne e dei giovani. Un appeal che si ripropone dunque, nei calici a tulipano ma anche nei bicchieri per distillati “da meditazione” i quali abbracciano – senza disperderli – gli aromi, i sentori, il retrogusto e la finissima consistenza al palato della Grappa di Prosecco. Una piacevole carezza alle papille gustative, un sorso che non anestetizza la bocca nonostante i 40 gradi di volume, ma la avvolge vellutatamente. Da degustare liscia e a temperatura ambiente per non alterarne le caratteristiche organolettiche originali, la Grappa di Prosecco giovane ha un aspetto visivo cristallino e limpido, mentre le grappe affinate e invecchiate in barrique si presentano all’esame visivo con un colore più ambrato e carico, persistenti all’olfatto con un profumo che col tempo tende a evolvere nello speziato. Ottima da sola, la grappa barricata si presta bene anche a un consumo “meditativo” in abbinamento con cioccolato fondente o accompagnata da un sigaro di qualità.
Le novità nel mondo della Grappa
Posted: 06 Sep 2011 06:03 AM PDT
SUCCESSI “MONDIALI” PER BERTAGNOLLI: Nuova medaglia per la Grappa di Amarone Invecchiata E SPONSOR DEL MOTOGP DEL PORTOGALLO
Periodo d’oro, anzi d’argento, per Bertagnolli. D’argento come la medaglia che la nota distilleria si è aggiudicata lo scorso maggio alla diciottesima edizione dei Concours Mondial De Bruxelles, nella sezione Spirit, con la Grappa di Amarone Invecchiata. A valutare i campioni, una giuria internazionale composta da oltre 260 degustatori tra sommelier, giornalisti e importatori. Delle 100 medaglie conferite, soltanto sette riguardano la categoria Grappa.
Pochi giorni prima, la Premiata Distilleria G. Bertagnolli è stata protagonista sui teleschermi di tutto il mondo in occasione del MotoGP del Portogallo – di cui è stata sponsor – sul circuito dell’Estoril. Lo slogan del marchio, da sempre a sostegno dello sport è stato anche sul circuito portoghese “G. Bertagnolli: grappe trentine di qualità dal 1870”.
SORSI DI LUCE PER LA RISTORAZIONE DI ALTA QUALITA’: DEBUTTA LA NUOVA LINEA DI FRANCOLI
Si chiama Sorsi di Luce ed è un’idea nata delle Distillerie Francoli dedicata solo ed esclusivamente alla ristorazione di alta qualità che vuole distinguersi dal locale classico o dal bar. Un distillato che rivoluziona il mondo del dopo pasto al ristorante. Sorsi di Luce è una nuova linea composta da quattro fragranze racchiuse in una nuova ed elegante bottiglia, dalla linea e dalle decorazioni accattivanti. Nato da due rari vitigni a bacca bianca e rossa, Sorsi di Luce è un distillato dalla purezza profonda e dal gusto intenso, espressione di una tradizione distillatoria tramandata di anno in anno e interpretata oggi in maniera del tutto innovativa. Quattro le tipologie di Grappa Luigi Francoli Sorsi di Luce: Grappa Sorsi di Luce Vespolina e Nebbiolo, espressione enologica caratteristica del nord Piemonte vitivinicolo, nasce da due bacche rosse che caratterizzano vini complessi e con forte identità; Sorsi di Erbaluce nasce invece da un vitigno a bacca bianca presente quasi esclusivamente nel Piemonte settentrionale che fornisce vinacce con apprezzabili sentori floreali; la Grappa Riserva Nebbiolo da Barolo Barrique è un distillato pregevolmente delicato grazie alla sua lunga permanenza in legno; la Grappa Riserva Moscato e Bracchetto Barrique, infine, si distingue per il suo spiccato profumo che unisce le generose note di una particolare fragranza dai tratti più maturi e avvolgenti del legno di rovere.
MAZZETTI D’ALTAVILLA: UNA PIOGGIA D’ORO (E D’ARGENTO) PRIMA DI SPICCARE IL VOLO NEI CIELI D’EUROPA E DEDICARSI ALLA “GRAPPA SOLIDALE”
Le grappe della storica distilleria Mazzetti d’Altavilla sbanca l’Internationaler Spirituoseen Wettbewerb, il concorso internazionale dei superalcolici, liquori e distillati. Oro e argento per i tre prodotti che la grapperia più antica del Piemonte ha inviato alla giuria del prestigioso concorso. La medaglia d’oro l’ha ottenuta la Grappa Invecchiata Riserva 18.46, affinata per oltre 18 mesi in barrique, mentre i due argenti sono andati alla Grappa di Nebbiolo da Barolo Invecchiata – con sentori floreali, fruttati e speziati – e all’Amaro di Altavilla, antico elisir di erbe prodotto seguendo la ricetta originale dei Monaci Benedettini all’inizio dell’Ottocento. Un en plein che sottolinea la qualità della Grappa Mazzetti d’Altavilla, dal momento che a contendersi le medaglie sono stati oltre 700 campioni provenienti da tutto il mondo. La stella di Mazzetti d’Altavilla brilla dunque nel cielo europeo, che a partire dal 28 giugno lega il suo nome a quello della compagnia aerea Air One e alla rivista “Vie del Gusto Magazine”, distribuita in 40 mila copie ai passeggeri. Intanto le grappe della storica distilleria piemontese giunta quest’anno al 165° anno dalla fondazione mietono successi anche in patria: dal Grappa & Co. Tasting di Vinitaly 2011 i nuovi liquori di Mazzetti d’Altavilla si congedano con un bottino assai ricco. Oro di Mazzetti ®, pregiato liquore a base di Grappa con microscaglie di vero oro alimentare (23 carati) ottiene il massimo punteggio nel packaging fra i 145 prodotti presentati all’evento dalle tante distillerie italiane partecipanti intascando valutazioni fra le più alte anche nel “naming” e nella “sensorialità” e gradimento molto elevato anche per Cafeina ® e Black Rizia ®, novità della Collezione 2011 di Mazzetti d’Altavilla, fortemente innovative grazie al gusto intenso rilasciato da pure radici di liquirizia e da chicchi di caffè rimasti in infusione nella Grappa Invecchiata. Tra le stelle di Mazzetti d’Altavilla, brilla anche quella della solidarietà, con l’uscita della “Grappa Solidale” a sostegno del “Progetto Sarah – Onlus”, mirato alla costruzione di scuole e di infrastrutture per l’infanzia nell’isola-stato africana del Madagascar. La “Grappa Solidale”, realizzata in bottiglia a numero limitato con astuccio litografato e personalizzato, è prodotta con vinacce di uve piemontesi e contiene una preziosa e purissima stecca di vaniglia acquistata in Madagascar, nel villaggio di Androvolo, dove il “Progetto Sarah” attualmente opera.