Di tutto un po': per riflettere sul mondo del whisky (e non solo), ma anche per ridere
da Biscolino mer giu 28, 2017 5:56 pm
Beh, é ovvio che la location un po' del suo pure lo da: se sei in riva al mare e sottovento sicuramente raccogli sentori diversi piuttosto di uno che si trova lontano dal mare a mille metri di quota..

Peró nel tuo imbottigliato finale non é che puoi avere sempre 100% gusto aringa, altrimenti vendi solo a una piccola fetta di mercato e ottieni un distillato quasi monogusto. Ti basta miscelare qualcosa che é stato sul mare e sprigiona sentori salini, qualcosa che é maturato in zone piú "dolci" che ti arrotonda e allarga il gusto e poi dipende da cosa hai sotto mano... piú varietá il master blender ha per le mani e piú puó giocare sul costruire un distillato particolare e con tante sfaccettature.

Certo, se invece stai andando a comprare un Single Cask, allora il discorso cambia completamente, ma in quel caso perché te la giochi su un'unica botte.

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da Lorenzo_P mer giu 28, 2017 9:09 pm
I giudizi in merito alla location sono contrastanti, ma si tende a dire che non importa molto.

Per fortuna Claudione non è molto presente sul forum o mi fulminerebbe.. Il mio beneamato suono di Islay mi è sempre sembrato iodoso e marino/algoso, pesce affumicato in riva al mare eccetera (descrittori generici ovviamente).
Eppure esso viene sicuramente invecchiato in qualche sobborgo di Edimburgo o chissà dove altro in Scozia (infatti Claudio dice che l'oliva in salamoia che si sente è tipica dei sobborghi industriali del loco e lui di "marinità" non ne sente manco un po' perché Caol Ila è la distilleria "meno Islay" per motivi già detti in precedenza).

Ergo il Caol Ila non dovrebbe essere marino, mentre imho lo è più che discretamente e nemmeno una goccia se ne sta su Islay o in riva al mare.. Forse lavano gli still con l'acqua del mare, oppure basta che la distillazione sia lì perché assorba un po' di tono marino che poi mantiene anche invecchiando.

da Biscolino mer giu 28, 2017 10:10 pm
Lorenzo_P ha scritto:Forse lavano gli still con l'acqua del mare, oppure basta che la distillazione sia lì perché assorba un po' di tono marino che poi mantiene anche invecchiando.

O forse usano botti ex-aringhe come ai bei vecchi tempi a Campbeltown...

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da angelshare gio giu 29, 2017 3:14 pm
La maturazione è una delle poche cose che rimangono piuttosto misteriose, per fortuna.
L'affermazione di Gotan tuttora non mi è chiara, col parallelo col rum che invece avrebbe più influenza dal territorio, se ho capito bene.
In ogni caso spesso trovate note marine in whisky che il mare manco lo vedono. A cosa sono dovute? Potrebbe essere la nota fenolica di torba marina?
Jim McEwan dice che l'apporto dell'aria marina/Salata è principalmente in termini di sentori agrumati e in particolare di limone.
Il sale che sentite nel Talisker, ad esempio, c'è anche nel new make...
Umidità, temperatura, tipo di magazzino (dunnage vs rack/palletized), territorio, tipo di torba usata, se usata, tutte influiscono in qualche modo.
Recentemente parlando con George Grant di Glenfarclas mi ha detto: beh la torba dello speyside è diversa da quella di islay ad esempio. E non è solo il fatto che là magri sono alghe e qui l'erica. Considerate che su islay ci sono migliaia di gabbiani che fanno tonnellate di guano...

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da Biscolino gio giu 29, 2017 5:08 pm
angelshare ha scritto:Recentemente parlando con George Grant di Glenfarclas mi ha detto: beh la torba dello speyside è diversa da quella di islay ad esempio. E non è solo il fatto che là magri sono alghe e qui l'erica. Considerate che su islay ci sono migliaia di gabbiani che fanno tonnellate di guano...

:wowo!!: Dettaglio così palese, eppure che mai sfiorò la mia perversa mente...... credo the assaporerò in maniera differente i torbati d'ora in poi...... :lollol:

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da sergio76 gio giu 29, 2017 6:16 pm
A Marsala anticamente i bottai usavano lavare le botti rigenerate buttandole a mare

Alla scoperta delle caramelle ,noci, mele, pere, frutti di bosco e big babol nei distillati. Ma dove sono?
da Gotan ven lug 07, 2017 2:21 pm
angelshare ha scritto:La maturazione è una delle poche cose che rimangono piuttosto misteriose, per fortuna.
L'affermazione di Gotan tuttora non mi è chiara, col parallelo col rum che invece avrebbe più influenza dal territorio, se ho capito bene.
In ogni caso spesso trovate note marine in whisky che il mare manco lo vedono. A cosa sono dovute? Potrebbe essere la nota fenolica di torba marina?
Jim McEwan dice che l'apporto dell'aria marina/Salata è principalmente in termini di sentori agrumati e in particolare di limone.
Il sale che sentite nel Talisker, ad esempio, c'è anche nel new make...
Umidità, temperatura, tipo di magazzino (dunnage vs rack/palletized), territorio, tipo di torba usata, se usata, tutte influiscono in qualche modo.
Recentemente parlando con George Grant di Glenfarclas mi ha detto: beh la torba dello speyside è diversa da quella di islay ad esempio. E non è solo il fatto che là magri sono alghe e qui l'erica. Considerate che su islay ci sono migliaia di gabbiani che fanno tonnellate di guano...

Rispondo con comodo ritardo, ahimé... Il senso della mia affermazione voleva essere questo: la maturazione su Islay o in in Scozia non è così rilevante come sembra temere l'autore del topic.
Come hai giustamente osservato, umidità, temperatura e tipo di magazzino influiscono senz'altro sulla maturazione ma, partendo da un new make come può evolversi diversamente un whisky maturato su Islay oppure in Scozia? Considerate le minime differenze climatiche tra i due luoghi, avranno più influenza i fattori base: materia prima, fermenti usati, processo di distillazione / tipo di alambicco, etc. La differenza di collocazione potrebbe avere una certa influenza, ma sarà ridotta rispetto a questi aspetti.
Molto diverso è l'esempio del rum: in questo caso la maturazione in clima tropicale o in clima scozzese è radicalmente diversa. Non dimentichiamo che la maggior parte dei rum, specie indipendenti, finisce a maturare per la maggior parte del periodo in Scozia. Cadenhead, Hunter Laing, Samaroli sono alcuni esempi.
Gianni Capovilla, che insieme a Luca Gargano ha creato Rhum Rhum, sta facendo degli esperimenti mirati, facendo invecchiare il suo rhum destinato alla vendita su Marie Galante, ma portando anche alcune botti ad invecchiare in Italia ed in Scozia, per valutare le differenze qualitative trascorso un certo lasso di tempo.
All'ultimo rum day di novembre, avevo appunto avuto l'occasione di partecipare al seminario di Daniele Biondi sul confronto tropical ageing / continental ageing. Non riesco ora a trovare i grafici che aveva elaborato, ma in sintesi si parlava di un angel's share annuo medio del 2% in Scozia e dell'8-10% in clima tropicale.
Capovilla ci aveva poi fatto assaggiare un sample di rhum rhum invecchiato 5 anni su Marie Galante e 5 in Italia. Differenza: abissale.
So che tuttora sta proseguendo questo tipo di sperimentazione, per comprendere meglio l'evoluzione del distillato nei diversi climi.

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da angelshare ven lug 07, 2017 4:34 pm
Capito, ma anche per il whisky abbiamo maturazioni tropicali o simili al rum (India, Taiwan, ecc).
Variabili sono tantissimi, tanto che due botti dello stesso tipo messe a maturare nello stesso magazzino con lo stesso new make spesso sono molto diverse.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da Gotan ven lug 07, 2017 9:51 pm
Infatti sono d'accordo, il punto è che non ha molto senso preoccuparsi del fatto che un whisky maturi su islay o in scozia, perché tanto la variabile più influenti non è certo quella. Semmai è lecito domandarsi che significato possa attribuirsi al nome "islay malt" che sfoggiano con orgoglio tante bottiglie.
Sul rum la differenza è che posso trovare due bottiglie apparentemente simili (stessa distilleria, stessa età, gradazione analoga) ma se una viene maturata in loco e l'altra no il fattore ambientale diventa rilevante. Con il whisky ciò non può accadere.
In ogni caso, al di là delle differenze filosofiche, conta solo il risultato finale, quello che esce dalla bottiglia ed il piacere che riesce a darci.

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