AlbertHerring ha scritto:Grazie, Biscolino, il processo che descrivi mi sembra il migliore. Solo che, in effetti, un aroma wheel (come la chiamiamo per il vino, anche se è uno strumento "vecchio") può appunto aiutarmi a decodificare alcuni odori. [CUT]
Ci sono, le trovi liberamente anche in rete: metti "whisky flavour" su google e te ne trova quante ne vuoi nelle immagini. Peró giá cosí noterai che in realtá sono tutte un po' diverse. Inoltre, vengono quasi tutte dalla madre patria del whisky e quindi sono formattate sui gusti che un inglese puó piú facilmente riconoscere, ma mica sempre lo sono (o sono uguali) per un italiano.
Esempio piú banale: trovarai ovunque citato il "fudge". A noi viene in mente la caramella mou e diciamo che ci andiamo vicini, ma il gusto del fudge inglese non é mica proprio uguale, quindi spesso diventa fuorviante (declina molto di piú sul burro, quindi giá dove loro usano questo descrittore, noi forse avremmo usato piuttosto un "pasta frolla", "biscotto" o piú banalmente "burro e vaniglia").
Io ti consiglio di fermarti al primo cerchio di queste ruote (quello di solito fatto da 6/7 gruppi circa: legno, fumo, frutta, cereali, erba, vino o qualcosa di simile). Il dettaglio poi cerca di fartelo in base a quello che senti sulla lingua, perché occhio che coi malti le tasting notes vanno lette piú come stati mentali piuttosto che alla lettera: cioé, quando uno sul Benrinnes ti dice che sente l'ananas, tu non aspettarti di sentire veramente in bocca il gusto di una fetta di ananas fresco. Piuttosto vuol dire che ad un certo punto potresti sentire un gusto strano e cercando di capire cosa sia ti viene in mente un ananas. Non é quel gusto, ma la prima associazione che ti viene in mente é quella, e poi da li in avanti ti sei autosuggestionato e allora continui ad associare le due esperienze.
Anch'io all'inizio leggevo le tasting notes in maniera razionale e non mi ci trovavo mai, mi sembrava di essere anormale. Poi é venuto tutto da solo: il palato si apre, il cervello si abitua a fare associazioni sull'istante, al volo (tipo i test degli psicologi: macchia sul foglio?=>Claudia Schiffer!), e le note cominci a intenderle in maniera diversa. Non sono i singoli sapori che cogli, ma lo stato mentale cui questi portavano l'assaggiatore.
Se vai nella sezione delle degustazioni e leggi quelle di Bob, potresti pensare che lui si faccia di metanfetamina prima di bere (

). In realtá lui non ti sta passando la descrizione oggettiva e reale della degustazione, ma sta cercando di passarti quello che passa nella sua mente e come si evolve durante l'assaggio. Una volta immedesimato con lui, vedrai che riuscirai a capire meglio il gusto di quel whisky da lui piuttosto che da Murray nella sua whisky bible (

perdono, lo so che questo é un confronto e affronto da lavare col sangue....

).
La cosa migliore da fare adesso é assaggiare qualche whisky e dopo (solo dopo!) andare a cercarne le tasting notes in internet per paragonarla a quello che tu hai sentito. Facendo cosí ti abitui, cominci a capire il linguaggio che c'é dietro e tra un po' potrai tranquillamente lasciarti alle spalle ruote degli aromi e quant'altro.
P.S.: cercando le tuote su google, noterai che ti escono anche delle mappe in quattro quadranti con dentro tanti nomi di whisky. Ecco, piú che le ruote, all'inizio potrebbero esserti piú utili quelle: sia per avere un'idea di come sono posizionate le varie bottiglie tra loro (tipo, nota il posizionamento ti Adbeg10 e Lagavulin 16, poi quando li proverai capirai quel divario perché c'é), sia per cominciare a farti una classificazione molto semplice dei gusti.