Hal9000 ha scritto:Più che standardizzare i metodi di giudizio, potresti suggerire parametri nuovi. I sistemi per i profili aromatici proposti da Serge e Diageo sono relativamente recenti e sono nati proprio per caratterizzare oggettivamente un prodotto. Ma lascia stare voti e giudizi, per cui la componente soggettiva, anche di metodo, è fondamentale.
Si è accennato alla corrispondenza fra naso e palato, un’altra idea potrebbe essere il numero di dram prima di cambiare bottiglia. Oppure si potrebbero filtrare i voti complessivi, separando, ad esempio, i fumatori dai non fumatori, oppure i voti femminili.
E invece io torno a percorrere la strada sbagliata.
Ai miei tempi del vino dominava la figura di Luca Maroni, non so che fine abbia fatto ma immagino sia ancora molto attivo. In guida si vantava di assaggiare oltre 5000 nuovi vini all'anno. Ora, gentilmente, mi spiegate come è possibile che un uomo, tolti i giorni in cui si riposa, tolti i giorni in cui ha mal di testa (cavolo capiterà anche a lui), tolti i giorni in cui è impegnato in corsi, riunioni, panel ecc ... riesca ad assaggiare 30 vini di fila e ad essere obbiettivo?
E quello è vino, figuriamoci il buon Serge che è alle prese con un distillato. Leggo adesso da whiskyfun:
Tasting notes:
Whisky 9,374
Others 456
Le guide servono solo a creare il "mito", danno un indicazione di massima e - purtroppo - condizionano il mercato. Su questo ultimo punto Jim Murray è maestro, temo. Togliamoci dalle spalle questa triste eredità, andiamo a visitare i produttori, vediamo come lavorano, conosciamoli, scambiamoci due chiacchiere e solo così potremo essere davvero obbiettivi nel nostro giudizio, sembra assurdo ma per me è così. Apre di più la mente una mezzora passata a raccontare barzellette con un distillery manager che 100 scienziati che tentano di intrappolare i segreti dei nostri sensi.
Comunque vada a finire questa discussione (nata sicuramente da una brutta bevuta di GPP di Ardbeg) ... siamo troppo forti.
