korry78 ha scritto:Si, penso che non saperlo aiuti ad essere imparziali e oggettivi, però così non si perde la parte visiva della valutazione?
Ok, forse è la parte meno importante, però l'ideale forse sarebbe ricevere il bicchiere pieno senza conoscere la bottiglia, avendo sempre a disposizione gli occhi.

Blind tasting o tasting blind?!?! Non entrerei troppo in dettaglio
Il colore dovremmo proprio dimenticarcelo, anche se è naturale cosa vuoi che aggiunga? Il Longmorn di WhiskyClub Italia sembra uno sherry refill ed invece è un first-fill bourbon.
Più che di birra (dove esistono tipologie ma praticamente senza disciplinari e punti di riferimento certi - correggimi Davide) parlerei di vini, le commissioni presso le camere di commercio per valutare non la bontà di un vino ma il suo aderire al disciplinare ed alle aspettative organolettiche di una DOC hanno fatto storia ed hanno distrutto buona parte della poesia del produrre un buon vino.
Un buon vino dovrebbe essere tale solo perché è buono indipendentemente dalla "tipologia" in cui la legge e la tutela della denominazione di origine lo vogliono infilare. Vorrei che tutti i vini fossero vini da tavola e poi la lotta la fa il rapporto qualità / prezzo. Pensiamo alla involuzione del Chianti, da decenni lo si vende solo per il suo nome e questo non ha fatto certo bene alla sua qualità.
Da questo punto di vista lo scotch whisky (che non dimentichiamoci ha un profilo aromatico assai più ampio del vino, anche se più difficilmente approcciabile) nasce avvantaggiato, visto che le categorie non sono scompartimenti stagni ma possiamo per esempio trovare un buon torbato nello Speyside. Mettere Scotch e Bourbon sullo stesso piano? Perché no, non lo si fa solo perché altrimenti del Bourbon si perderebbe ogni traccia in classifiche e documenti scritti

.
Resto sempre dell'idea che un distillato, una birra, un vino debba meritarsi i tre bicchieri perché in grado di suscitare emozioni, e tali emozioni debbano essere influenzate anche dal conoscerne il produttore, il suo modo di lavorare, il suo rispetto per la tradizione e per la terra, ecc. e tutto questo non è possibile con una degustazione alla cieca.