Di tutto un po': per riflettere sul mondo del whisky (e non solo), ma anche per ridere

Dovrebbe la Scozia essere uno Stato indipendente?

Favorevole 6
60%
Contrario 4
40%
Astenuto 0
{ NO_VOTES_NA }
Voti totali : 10
da korry78 lun ago 18, 2014 5:16 pm
Ultima modifica di korry78 il mar ago 19, 2014 11:31 am, modificato 1 volta in totale.

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da marco77 lun ago 18, 2014 7:56 pm
Secondo me vincerà il NO.
L'economia ha il suo peso...

Let’s keep it fun; whisky’s no serious matters (unless you have to make a living out of it, or if you down way too much of it). Serge Valentin
da angelshare mar ago 19, 2014 9:16 am
l'artiglieria pesante (oil, whisky, ecc) è scesa in campo e penso che poi alla fine vinceranno le ragioni economiche. Anche perché l'indipendenza è stata tutta impostata su quelle, con pochissimo spirito identitario e culturale. Se vince il NO penso sia molto dovuto anche al fatto di aver cercato di muovere più la pancia che non il resto, la Scozia ha una storia vera di indipendenza come "nazione". Ne avevo parlato qui http://www.angelshare.it/2013/11/28/la- ... a-partita/

Va tenuto presente tra l'altro che l'ecomomia UK in questo momento non va per niente male, per quanto sia in buona parte una economia di "carta" basata tutto su servizi e molto poco sul manifatturiero.
Poi se vince il SI brindiamo. Se vince il No beviamo e basta.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da korry78 mar ago 19, 2014 11:31 am
Grazie dell'interessante articolo!
Io sono -in generale- sempre favorevole all'indipendenza degli Stati (a maggior ragione se questi fanno parte di istituzioni sovranazionali non elette dai popoli e di stampo finanziario e tecnocratico) e favorevole alla collaborazione tra Stati sovrani (un po' come avviene tra diversi Paesi del Sudamerica).
Quindi io ad un referendum del genere voterei 99 volte su 100 per il SI.
Certo che però se vogliono essere indipendenti dall UK, per avvicinarsi all'EU (e ancora peggio all'eurozona)...
...secondo me passerebbero dalla padella alla brace.
Segnalo:
http://www.eurcom.org/scotland-between-uk-and-eu/

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da angelshare gio ago 21, 2014 11:40 am
l'autoderminazione dei popoli è un diritto e se fosse applicato tipo come successe per la cecoslovacchia credo sarebbe una buona cosa. Il problema di base è che se parli solo di soldi appena vai in difficoltà su questo fronte il paese si sfalda.
Come dici tu poi se i presupposti sono il passare a una visione più eurocentrica si rischia di avere un effetto ancora peggiore. Non a caso UK gioca su due tavoli, quando conviene mette il piede dentro la EU, altrimenti se ne sta fuori: se l'europa fosse un organismo serio non lo dovrebbe permettere.
La Scozia ha tante risorse per sostenersi, il problema che vedo è che sono ora gestite quasi tutte all'esterno. La Scozia ha la classe politica e dirigente per sostenere una cosa del genere? Certo parliamo noi che diamo a 4 idioti la possibilità di riscrivere la costituzione.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da marco77 gio ago 21, 2014 11:47 am
angelshare ha scritto:l'autoderminazione dei popoli è un diritto e se fosse applicato tipo come successe per la cecoslovacchia credo sarebbe una buona cosa. Il problema di base è che se parli solo di soldi appena vai in difficoltà su questo fronte il paese si sfalda.

Citando Gramsci: "la storia insegna ma non ha scolari"

angelshare ha scritto:Come dici tu poi se i presupposti sono il passare a una visione più eurocentrica si rischia di avere un effetto ancora peggiore. Non a caso UK gioca su due tavoli, quando conviene mette il piede dentro la EU, altrimenti se ne sta fuori: se l'europa fosse un organismo serio non lo dovrebbe permettere.

L'Europa è tutto fuorchè un organismo serio. L'UK lo sa benissimo e, dato che glielo consentono, se ne approfitta alla grande.

angelshare ha scritto: Certo parliamo noi che diamo a 4 idioti la possibilità di riscrivere la costituzione.

Ecco, qui è meglio che :Censured!: :Censured!:

Let’s keep it fun; whisky’s no serious matters (unless you have to make a living out of it, or if you down way too much of it). Serge Valentin
da korry78 dom ago 24, 2014 7:51 pm
Referendum scozzese: la Regina Elisabetta gioca la carta whisky per impedire l'indipendenza
Il 18 settembre si terrà il referendum in Scozia che potrebbe sancire l'indipendenza di Edimburgo da Londra. E oggi il varo di una nave militare si è trasformato nell'inizio simbolico del rush propagandistico finale. Che ha cooptato anche il whisky


"Il 18 settembre di quest'anno "rischia" di essere una di quelle date che segneranno per sempre la storia della Gran Bretagna: dopo 307 anni di "accordo" che ha unificato la Scozia all'Inghilterra, i sudditi di Sua Maestà che vivono al nord del Vallo di Adriano potrebbero voltare le spalle ai cugini inglesi e riprendersi la loro indipendenza.

Un referendum potrebbe separare politicamente le due componenti principali del Regno Unito. Nell'ultimo sondaggio, condotto a cento giorni esatti dalla consultazione popolare, in realtà gli "unionisti" sarebbero il 48% rispetto a un 35% di "separatisti", ma l'estrema variabilità delle ultime rilevazioni agitano in ogni caso Londra: fino all'ultimo il risultato sarà incerto.

Nella corsa a conquistare i cuori degli scozzesi, oggi è scesa in campo anche la regina Elisabetta, che ha partecipato al varo della nuova portaerei militare britannica, che incidentalmente prende il suo nome, nei cantieri navali di Rosyth, in Scozia. Un evento, previsto da tempo, che però ha assunto un significato fortemente simbolico. Nello stesso luogo erano infatti presenti la regina, il premier britannico David Cameron e il primo ministro scozzese Alex Salmond, principale sponsor dell'indipendenza.

La differenza di posizioni è subito emersa: Cameron ha dichiarato che questo è "un giorno d'orgoglio per la Scozia e il Regno Unito", Salmond ha invece specificato come il varo è "motivo d'orgoglio per i lavoratori del cantiere". Dichiarazioni, che dietro il tradizionale understatement britannico, svela il gioco propagandistico che la cerimonia ha innestato, facendo passare in secondo piano le polemiche sui costi della nave, lievitati dagli iniziali 3,65 miliari di sterline a 6,2 miliardi, e sul futuro impiego degli F35 "della discordia" che vi verranno imbarcati.

Cosa cambierà per il paese se la Scozia sceglierà l'indipendenza? Molto, forse tutto. O anche poco. In realtà le conseguenze dovranno essere negoziate tra Londra e Edimburgo, e potrebbero essere meno traumatiche di quanto si potrebbe ipotizzare. Il grande problema riguarda la moneta (la Scozia userà ancora la sterlina?) e la collocazione scozzese in seno all'Unione europea (sarà accettata come nuovo stato membro?). Di certo Cameron, già uscito sconfitto dal braccio di ferro sull'elezione di Juncker alla presidenza della Commissione europea, teme che la ventilata uscita del suo paese dall'Europa politica possa avvenire sotto l'insegna di una manifesta irrilevanza britannica, amputata, per lo meno simbolicamente, di una sua fondamentale componente.

Ma oggi è tutto ancora congelato, e l'unico grande dubbio che ha attanagliato i sudditi di Sua Maestà al momento del varo della nave è stato espresso dall'analista politico scozzese Glenn Campbell sulla BBC: "La bandiera che ora vediamo sventolare sarà, dopo il 18 settembre, la stessa? O gli mancherà "la croce" scozzese?".

Di sicuro gli inglesi ce la stanno mettendo tutta per non "perdersi per strada" i cugini, arrivando a sostituire il tradizionale champagne del varo con un molto più locale whisky. E che l'alcol porti consiglio."

Fonte: http://www.today.it/mondo/referendum-sc ... denza.html

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da korry78 gio set 04, 2014 4:00 pm
Non è esattamente il mio quotidiano di riferimento :lollol: ma la notizia mi pare piuttosto interessante.
Sto ritornando ad avere dubbi, forse sono nuovamente per il SI...? :mrgreen:

Scozia al bivio: o con Londra o con l'euro

Sterlina sì, sterlina no, è questo il grande dilemma dell'indipendenza scozzese. Mentre mancano solo tre settimane al referendum del 18 settembre in cui si deciderà sul futuro della Scozia, se resterà o meno all'interno del Regno Unito, i due schieramenti in lotta si scontrano quotidianamente sulla moneta che dovrà adottare il nuovo Stato. Londra è stata molto chiara in proposito: ha più volte affermato che in caso di indipendenza gli scozzesi non potranno continuare ad usare il pound. A Edimburgo invece, forti del parere anche di alcuni premi Nobel per l’economia, sono sicuri del contrario e prospettano la possibilità di una unione monetaria. Sotto la sterlina naturalmente, perchè la paventata ipotesi di entrare nell'euro fa venire i brividi al governo locale e all'opinione pubblica. Il primo ministro scozzese, Alex Salmond, ha ribadito più volte che non vuole far parte di una eurozona.

Nell'ultimo dibattito televisivo sulla secessione, Salmond ha potuto strappare una vittoria chiara sull'avversario Alistair Darling, ex ministro del Tesoro laburista e leader della campagna unionista, proprio mostrandosi più sicuro su questo punto. Alla domanda su quale sia il suo «piano B» sulla moneta da adottare in una Scozia indipendente ha risposto: «Non ho un solo piano B ma ben tre», aggiungendo di star cercando proprio il mandato degli scozzesi per poter negoziare su questo punto col Regno Unito. E stando a quanto dicono due premi Nobel che gli fanno da consulenti non ha tutti i torti. L'economista Sir James Mirrlees è arrivato addirittura a dire che una Scozia indipendente potrebbe rifiutarsi di fare la sua parte per quanto riguarda il debito del Regno Unito. «È difficile vedere come la Scozia possa accollarsi il debito senza una piena unione monetaria».

Questa ipotesi terrorizza Londra che si potrebbe ritrovare con un macigno di miliardi sulle sue casse pubbliche. In proposito è intervenuto anche il Nobel per l'Economia americano, Joseph Stiglitz, che ha definito come un «bluff» la minaccia del governo britannico secondo cui la Scozia non potrà adottare la sterlina senza consenso. «Panama e Ecuador hanno adottato il dollaro Usa - ha dichiarato - ha funzionato per Panama per oltre 100 anni». Sembra che quindi il fronte del “sì” abbia le soluzioni per quelli che sembravano ostacoli insormontabili al futuro di uno Stato indipendente. E l'opinione pubblica sta premiando la concretezza dei secessionisti. La vittoria nel secondo dibattito televisivo ha fatto salire in alto i loro consensi. Secondo un sondaggio pubblicato dallo Scottish Daily Mail, il fronte del “sì” raggiunge il 47%, mentre i “no” scendono al 53%, se si escludono gli indecisi. In una rilevazione simile all'inizio di agosto i favorevoli all'indipendenza della Scozia erano al 43% e i contrari al 57%.

Solo sei punti di distacco separano ora i due schieramenti: tutto è possibile. Se gli indipendentisti non ne vogliono sapere di entrare nell'euro vogliono invece restare un membro dell'Unione europea. E anche su questo punto è scontro con Londra. «Se la Scozia vota per l'indipendenza - ha detto il premier britannico Cameron - lascia automaticamente l'Unione europea e dovrà fare la fila per rientrarci». Di parere opposto Salmond che invece critica l'euroscetticismo del governo di Londra, in particolare con la promessa di un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Ue da tenersi nel 2017. «La politica euroscettica di Westminster è profondamente dannosa per la Scozia e potrebbe esserlo ancora di più se venissimo trascinati fuori dall'Ue». I piani di Edimburgo sono quelli, in caso di indipendenza, di diventare uno Stato membro indipendente dell'Unione.

Intanto si allarga lo schieramento dei vip anti-indipendenza. Paul MacCartney ha firmato a Liverpool la lettera scritta ai primi d'agosto nell'ambito della campagna “Let's Stay Together” promossa da 200 personaggi famosi tra cui Mick Jagger, l'astrofisico Stephen Hawking, l’attrice Helen-Bonham Carter, Michael Douglas e alla quale si sono già unite 50.000 persone. Ma potrebbe non bastare.

di Alessandro Carlino

Fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/116 ... o-con.html

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