angelshare ha scritto:La parola "tradizionale" è una delle più abusate e spesso prive di significato. Si basa sempre su un errore prospettico, la nostra visuale. Si guarda dal nostro punto di vista e si considera tradizionale quello che abbiamo nella nostra mente, quello che ci ricordiamo.
Il whisky non fa eccezione. Consideriamo tradizionale adesso la maturazione in botti ex bourbon, che è stata introdotta stabilmente non più di 40 anni fa. Ne potremmo fare a meno? Non credo. Forse quando fu introdotta fece scalpore allo stesso modo. I NAS sono un altro esempio, li consideriamo non tradizionali. Invece son sempre stati la regola fino agli anni '70, non a caso la pubblicità del MAcallan evidenziava proprio il fatto che i 10 anni (7 in italia) fosse una cosa eccezionale. I cask sherry seasoned sono nati proprio perché qualcuno non fa a meno della "tradizione" degli sherry cask.
Avevo letto anche io l'articolo, bravo Bob che lo hai postato. Sul tema dal mio punto di vista, basta intendersi sui termini e sul tipo di comunicazione che viene fatta. Se mi viene spacciato dalla distilleria o da chi lavora per esso l'idea "romantica" dello sherry cask che proviene dalle Bodegas spagnole, che sono le botti utilizzate per le lunghe maturazioni dello sherry, e non è vero, ho il diritto di rimanere deluso e anche di iniziare a dubitare di tutto il resto delle informazioni, a cominciare dal numeretto che compare in etichetta sull'età.
Il concetto di tradizionale è ben generico, ma ha una connotazione generalmente percepita come positiva, e quindi ci può stare che venga usato ai fini di marketing, compare perfino sulle scatole di biscotti e brioches al supermercato, direi che può essere usato senza problemi anche nel mondo del whisky.
Con un minimo di criterio, però: se produco un whisky invecchiato in 7 diversi tipi di legno, posso dire oggi che è una maturazione "tradizionale"? Se scelgo una botte ex champagne, anche solo per un finishing, posso definirla una maturazione "tradizionale"?
Solo un richiamo a una tecnica di produzione affinamento in uso da un significativo arco di tempo può essere definita"tradizionale", altrimenti è una balla clamorosa. Come giustamente fai notare per l'invecchiamento in Bourbon, dopo 40 anni, ha un senso parlare di tradizione. P.s. Ma cosa di usava prima?
Sul discorso NAS, penso che la lamentela maggiore sia il prezzo, rispetto all'invecchiamento del whisky, non l'assenza di una "tradizione", che pure esiste, come fai giustamente notare.
Nel caso degli sherry cask, la tradizione è solo formalmente rispettata, questa mi sembra un pò la conclusione.
Il marketing, fa leva su argomenti affascinanti e di facile presa: la tradizione, la purezza dell'acqua, il mito della maturazione vicino al mare, il single cask, le regioni del whisky, etc.
In tutto questo, la divulgazione offerta dai brand ambassador non è del tutto estranea al fenomeno. Il lato positivo è che, a differenza del passato, grazie ad Internet vi è una circolazione di informazioni ben maggiori. Il lato negativo è che la ricerca ha bisogno di valutare anche l'autorevolezza della fonte, e di mettere a confronto le informazioni con quelle fornite da altri per capirne l'esattezza, etc. Un lavoro non facile, senz'altro, ma che dovrebbe essere sempre interessante per l'appassionato.