bob sbaly ha scritto:Il marketing (e da qui le storie che servono a mascherarlo…) è l'alibi, e probabilmente il fine ultimo, per spacciare come positivamente tradizionali pratiche che con la traduzione (e il patrimonio culturale) nulla hanno a che fare! Proprio perché il web e le sue "facili" informazioni sono alla portata di tutti, non sono sicuro che alla lunga tutto questo risulti vantaggioso per le vendite: ad un certo punto ci si stufa di essere presi per i fondelli…!!
Bob, rispondo a te ma solo per cercare di dare un ordine alle idee (confuse) che ho in mente.
Il marketing, soprattutto se da parte di aziende grosse, prima studia il mercato e poi crea il prodotto. Questa è la norma, di "invenzioni" se ne conoscono ben poche (la ruota, il fuoco, l'internet, etc).
Se non ricordo male, il buon Ruben di whiskynotes, dopo un viaggio a Jerez, aveva scritto un articolo piuttosto onesto in cui dichiarava che praticamente tutte le botti ex-sherry prodotte in Spagna destinate al whisky sono costruite appositamente e lo sherry tanto decantato in etichetta ci rimane ben poco, qualche settimana o qualche mese, e soprattutto la botte non viene mai riempita completamente ma tutt'altro. E' una truffa? Non so.
Inoltre, la percentuale di gente che fa le pulci alle distillerie è davvero irrisoria, la nicchia della nicchia della nicchia. In Italia saremo in 500, ottimisticamente parlando. Economicamente parlando, una percentuale molto bassa di gente che non sposta di nulla il mercato. Abbiamo noi il controllo sui nostri acquisti, decidiamo di conseguenza. E beviamo, che ne abbiamo bisogno!