LeCarovaniere ha scritto:Sarà perchè sono convinto che il 1980 sia stata una data che ha completamente diviso il modo di produrre in agricoltura (e di conseguenza fare altri prodotti come il whisky), passando da un modello artigianale ad uno industriale.
L'agricoltura era già abbondantemente "industrializzata" nel 1980 si è semplicemente passati da una industria che era rispettosa dei tempi della natura ad una industria onnipotente che ha stravolto pure le stagioni. Questo ribaltato nel mondo del whisky ha portato ad avere materie prime sempre più muscolose ma poco complesse - e questo lo si può anche accettare - e ad un utilizzo scientifico dei legni che ha accelerato il tutto (e questo non va bene, ha uniformato il tutto).
LeCarovaniere ha scritto:Ho sempre sostenuto, nei miei scritti e nelle serate che organizzo, di tanto in tanto, che il mondo degli imbottigliatori indipendenti nasce in Italia e qui prende forma e si struttura. Abbiamo persone che sono testimoni di un periodo magico, che non potrà più ritornare, quindi piacerebbe anche a me che si concedessero al pubblico più giovane per "raccontare la loro esaperienza" e per trasmettere alle persone interessate la loro esperienza.
Nulla di più vero. Quando sento parlare alcuni tra questi esperti mi accorgo che non sono rimasti al passo con i tempi, quindi non chiediamo loro di raccontarci cosa è il mondo del whisky oggi ma cosa era 30 anni fa.
LeCarovaniere ha scritto:Del resto andate a vedere quali sono le bottiglie che alle aste spuntano i prezzi più alti : Sestante, Intertrade, Samaroli, Moon Import, Antica Casa Marchesi di Spinola, Velier e poi Dunphy e pochissimi alti extraitalia.
Non sono convinto che tutte queste persone possano "fare squadra", ma mi piacerebbe che si concedessero di più al pubblico degli appassionati, questo si.
Mission impossible?