da I love Laphroaig
mar ott 16, 2012 7:37 am
Fuori tema ma neanche tanto
corriere.it ha scritto:Scozia, sì allo storico referendum per conquistare l'indipendenza
Entro il 2014 la consultazione per dire addio al Regno Unito (ma non a Buckingham Palace)
Scozia indipendente già nel 2014? Lo sarà se un referendum decreterà la separazione di Edimburgo da Londra. Lunedì il premier britannico, David Cameron, insieme al suo omologo («first minister») scozzese Alex Salmond, ha firmato l'accordo per consentire la consultazione, prevista probabilmente per l'autunno del 2014.
«SCELTA DI PORTATA STORICA» - La portata di questo consenso è storica, lo stesso Cameron si è detto consapevole: «(Questo referendum) spiana la strada alla risoluzione della più grande domanda: una Scozia separata o un Regno Unito? Io sosterrò pienamente il nostro Regno Unito, ma ora tocca alla gente della Scozia prendere questa storica decisione. Il futuro vero e proprio della Scozia dipenderà dal loro verdetto. Questo accordo consegna il referendum alla gente».
NON ADDIO AL COMMONWEALTH - In pratica, il parlamento britannico ha concesso a Holyrood (sede del Pàrlamaid na h-Alba, il parlamento scozzese) 24 mesi - quasi fino al termine del 2014, appunto - per convocare la consultazione: in questo modo il first minister Salmond non potrà tergiversare se i sondaggi non dovessero essere favorevoli alla secessione. Potranno votare anche i cittadini minorenni, a patto che abbiano compiuto 16 anni. Secondo quanto annunciato dalla stampa britannica , è stato invece bocciato il secondo quesito che voleva Edimburgo: una «devoluzione dei poteri», cioè un decentramento amministrativo in subordine alla secessione. Di conseguenza, il referendum per Edimburgo si tradurrà in un «o con Londra o da soli», anche se nell'ambito del Commonwealth. In pratica, da regione del Regno Unito la Scozia potrebbe trasformarsi in un'Australia o in una Nuova Zelanda: il Capo di Stato verrebbe comunque da Buckingham Palace, come sancito dall'Atto d'Unione del 1707. Il 2014 rappresenta una data particolarmente simbolica per i nazionalisti scozzesi: saranno infatti 700 anni dalla battaglia di Bannockburn, durante la prima guerra di indipendenza scozzese: un successo che consentì la temporanea restaurazione dell'indipendenza e la nomina di Robert Bruce a re di Scozia.
SONDAGGI NEGATIVI E RISCHIO DEBITO - In ogni caso, la Scozia ha circa 5,2 milioni di abitanti. E secondo i sondaggi, di questi soltanto un terzo sarebbe favorevole ad abbandonare Londra, anche perché Edimburgo rischierebbe di trovarsi immediatamente un debito di circa 300 miliardi di euro, più del doppio del Pil reale. Finora Londra ha coperto il debito, ma in caso di indipendenza questo porterebbe la Scozia a dover agire in prima persona. La «national conversation», la discussione nazionale sulle opzioni di uscita è iniziata formalmente nel 2007, e ha coperto almeno tre opzioni: l'aumento dei poteri del parlamento scozzese; il federalismo; appunto il referendum. Quando però si è p'arlato di indire il referendum davvero, nel 2010, i tre partiti maggiori di Scozia si opposero ferocemente. Nelle elezioni del 2011, però, il Partito nazionalista scozzese (Snp) si è imposto, e ha preteso il ritorno del referendum.
IL PETROLIO E IL NUCLEARE - Tra gli argomenti di Londra contro l'indipendenza c'è anche il fatto che il cuore del bilancio scozzese è nei 30 miliardi di sterline (oltre 37 miliardi di euro) che vengono versati dal governo centrale ogni anno. In realtà sul tappeto c'è anche la questione della proprietà dei giacimenti petroliferi del Mare del Nord, stimati in circa 20 miliardi di barili. Edimburgo per il periodo 2010-2011 ha dichiarato un deficit da 18,6 miliardi di sterline, pari al 15,6% del pil, ma ha anche segnalato che con una ripartizione geografica dei ricavi del petrolio questa cifra sarebbe scesa a 10,7 miliardi di sterline. C'è poi una questione organizzativa da considerare: la Scozia ospita a Faslane la base dei sottomarini nucleari britannici. Che, in quanto nucleari, sarebbero poi banditi da un'eventuale Scozia indipendente. E la Royal Navy dovrebbe emigrare a Portsmouth o a Devonport, nelle acque propriamente inglesi.
SCOMMESSE APERTE - I bookmaker britannici sono comunque già scatenati. L'agenzia Paddy Power quota a 2 il voto per l'indipendenza e a 1/3 quello per l'esito negativo della consultazione. Analogo risultato secondo Ladbrokes (5/2 contro 2/7 le quote) e William Hill (9/4 e 1/3 rispettivamente). L'ultima agenzia si spinge anche oltre: al quesito «La Scozia raggiungerà la piena indipendenza dal Regno Unito entro il primo gennaio 2020» risponde con delle quotazioni che sono quasi una sentenza: pagherebbe 7 contro uno il sì, mentre il no è addirittura a 1/16.