Di tutto un po': per riflettere sul mondo del whisky (e non solo), ma anche per ridere

Dovrebbe la Scozia essere uno Stato indipendente?

Favorevole 6
60%
Contrario 4
40%
Astenuto 0
{ NO_VOTES_NA }
Voti totali : 10
da IrishCofee lun set 08, 2014 11:31 pm
Il petrolio del mare del nord potrebbe essere un buon motivo per il "si" degli scozzesi.

Io non tifo né per il sì né per il no (ne so troppo poco!) sicuramente però una vittoria dei "si" sarebbe un interessante laboratotrio della possibile disgregazione di alcuni stati nazionali, specie quelli con economie " a due velocità".

Mi incuriosisce sapere se e come si spartiranno il debito pubblico, gli armamenti, la riserva aurea e tutto quello che tecnicamente può essere spartito.

Certo in un contesto europeo conviene essere piccoli: se entrasse l'Islanda come stato sovrano conterebbe molto di più dei suoi 300.000 abitanti (una media città italiana) così come la Finlandia conta molto più del Lazio (che però ha più abitanti).
da it51057 mar set 09, 2014 12:50 am
IrishCofee ha scritto:Il petrolio del mare del nord potrebbe essere un buon motivo per il "si" degli scozzesi.

Io non tifo né per il sì né per il no (ne so troppo poco!) sicuramente però una vittoria dei "si" sarebbe un interessante laboratotrio della possibile disgregazione di alcuni stati nazionali, specie quelli con economie " a due velocità".

Mi incuriosisce sapere se e come si spartiranno il debito pubblico, gli armamenti, la riserva aurea e tutto quello che tecnicamente può essere spartito.

Certo in un contesto europeo conviene essere piccoli: se entrasse l'Islanda come stato sovrano conterebbe molto di più dei suoi 300.000 abitanti (una media città italiana) così come la Finlandia conta molto più del Lazio (che però ha più abitanti).

boh, non so come andra' a finire....... per quello che tu chiami laboratorio, mi sembra che ad oggi se guardi il telegiornale ne vedi abbastanza di laboratori..... ukraina-russia oppure gli stati della ex repubblica jugoslava...... cosi' come per esempio vi sono degli esempi assolutamente buoni come repubblica ceca e repubblica slovacca......... possiamo dire che in alcuni casi vi e' o vi e' stata una guerra vera e propria, in molti altri la guerra e' stata solo economica, tanto che adesso moltissime aziende hanno lasciato la pur favorevole politica liberale della repubblica d' irlanda per andare a impiantare i propri call centers in quei paesi (slovacchia, rep ceca, bulgaria e romania) che offrono costi piu' bassi del personale...... per tornare alla indipendenza scozzese mi sembra proprio impossibile che la scozia si liberi economicamente del regno unito, visto che moltissima parte della economia gravita attualmente verso i consumi interni uk.... non credo che la regina elisabetta molli facilmente balmoral....... scherzo, il grosso dei soldi viene proprio dal petrolio, dalla pesca e anche dall' industria del whisky che genera sostanziose entrate...... poi non dimentichiamoci di scapa flow, la principale base militare della marina inglese....

Pino
https://www.whiskybase.com/profile/it51057/collection [ img]http://www.whiskybase.com/mc.gif[/img][/url
da korry78 ven set 12, 2014 11:35 am
Scozia: il ricatto delle banche e del Fmi

Non erano mancati gli allarmismi durante i mesi scorsi, da parte dei poteri forti, nei confronti degli indipendentisti catalani. Ma alle ultime battute di una campagna elettorale di fuoco – abbastanza inconsueta nella compassata Scozia – si fanno sempre più forti e minacciosi i messaggi diretti a scoraggiare coloro che il prossimo 18 settembre sono intenzionati a votare ‘si’ al distacco da Londra. Ma le intimidazioni non sembrano scoraggiare coloro che si sono iscritti ai registri elettorali, giunti già al record dell’80% degli aventi diritto, pari a circa 4,3 milioni di persone.
Da quando un sondaggio ha dato per la prima volta gli indipendentisti in vantaggio sugli unionisti è stata una vera e propria valanga di ‘avvertimenti’ da parte delle banche, dei mercati, della City, delle grandi imprese.
Di fatto, una parte consistente del settore finanziario minaccia l'esodo da Glasgow ed Edimburgo se le urne si dovessero riempire di ‘si’. Quasi all’unisono, Royal Bank of Scotland (Rbs), Lloyds Bank, Clydesdale e Tesco Bank hanno fatto sapere che trasferiranno la loro sede legale e in alcuni casi gli uffici centrali da Edimburgo a Londra in caso di vittoria dell’indipendenza. Un ricatto non da poco considerando che i gruppi finanziari danno da lavorare a migliaia di persone a nord del Vallo Adriano.

“Un trionfo dei ‘si’ genererà una reazione negativa e una forte instabilità dei mercati” ha fatto invece sapere il Fondo Monetario Internazionale. “Si tratta di un processo in corso sul quale non consideriamo appropriato rilasciare commenti – ha mentito il portavoce dell’organismo, William Murray durante una conferenza stampa, durante la quale ha segnalato però che gli effetti a lungo termine dipenderanno dalle decisioni che si adotteranno nel corso di un’eventuale transizione. “Il principale effetto immediato è la probabile incertezza sulla transizione verso un potenzialmente nuovo e diverso contesto monetario, finanziario e fiscale della Scozia” ha fatto notare Murray, secondo il quale ciò genererebbe una reazione negativa dei mercati.
Nei giorni scorsi la Banca Centrale di Londra aveva avvertito che in caso di separazione della Scozia il nuovo paese sarebbe stato escluso dalla sterlina inaugurando la serie di dichiarazioni terroristiche atte a contrastare gli argomenti del fronte indipendentista. All’interno del quale non esiste un’unica strategia su quale tipo di politiche monetarie adottare in caso di indipendenza: se per alcuni la sterlina andrebbe mantenuta come moneta del nuovo stato (anche se il suo controllo resterebbe completamente nelle mani dei banchieri e del governo di Londra) per altri potrebbe essere l’occasione di adottare l’Euro e per altri ancora di creare una nuova moneta scozzese meno pesante della sterlina e quindi in grado di favorire le esportazioni.
Fuori dal coro l’opinione di Martin Gilbert, chief executive di Aberdeen Asset Management, che é il maggiore gestore di fondi in Scozia, secondo il quale «la Scozia indipendente sarebbe un enorme successo».

Ad una settimana dal referendum, il primo ministro scozzese, il nazionalista socialdemocratico Alex Salmond, ha ovviamente accusato il governo britannico e le sue istituzioni di intimidazione nei confronti dei cittadini intenzionati a inserire nelle urne il proprio ‘si’. In effetti sarebbe stato il Ministero del Tesoro di Londra a passare ai giornalisti della Bbc la notizia, fino a quel momento riservata, della decisione da parte della Royal Bank of Scotland – che ha sede in Scozia dal 1727 - di trasferirsi in Inghilterra in caso di affermazione dei sovranisti. “Le promesse dell’ultima ora della campagna unionista non inganneranno nessuno in Scozia” ha affermato Salmond riferendosi alle dichiarazioni di Cameron secondo il quale il governo britannico sarebbe pronto a varare un aumento delle competenze del governo di Edimburgo nei settori dell’economia, della finanza e del welfare. “Nel referendum del 1979 si disse agli scozzesi di votare ‘no’ perché gli sarebbe stata concessa da Londra più autonomia ma poi abbiamo avuto Margaret Thatcher, la deindustrializzazione, la poll tax e il sistema fiscale più ingiusto di tutti i tempi” ha ricordato il leader dello Scottish National Party.

Fonte: http://contropiano.org/internazionale/i ... -e-del-fmi

Immagine
Immagine
da korry78 ven set 12, 2014 9:37 pm
Intanto qualche insospettabile (?) estimatore di scotch whisky spera nella vittoria del SI... :lollol:

North Koreans 'back Scottish independence because of fondness for Scotch whisky'

JOCHAN EMBLEY

North Koreans back Scottish independence because they like to savour Scotch whisky, officials have said.

The secretive state – isolated from almost all of the West – would be willing to enter trade agreements with Scotland if it votes to leave the UK next week, it was claimed.

Choe Kwan-il, who is managing editor of the Japan-based pro-North Korea Choson Sinbo newspaper told The Telegraph: “I think that independence would be a very positive thing for Scotland.

“I believe that every person has the right to be a member of an independent nation, to have sovereignty, to live in peace and to enjoy equality.

“And I believe that a majority of Scots feel the same and will vote for independence.”

Mr Choe added: “I believe independence will be positive as it will encourage personal exchanges and provide both countries with business chances.

“North Korea is rich in natural resources and we like the taste of Scotch whisky, so we can be beneficial to each other.”

So Chung-on, director of the International Affairs Bureau of the General Association of Korean Residents of Japan, an organisation with close ties to Pyongyang, said: “The result will be very important and if the Scots do vote to become independent, then North Korea will be prepared to respond to that.”

Fonte: http://www.standard.co.uk/news/north-ko ... 26910.html

Immagine
Immagine
da korry78 lun set 15, 2014 2:19 pm
Referendum: le due Scozie che tifano indipendenza

Il 18 settembre i cittadini britannici ed europei maggiori di 16 anni e residenti in Scozia sono chiamati alle urne per il referendum che chiede l’indipendenza di Edimburgo dal Regno Unito dopo più di 300 anni dalla firma degli “Atti di unione”.

Diciotto mesi fa, al lancio del referendum, una vittoria del sì sembrava improbabile. Ma le proiezioni a pochi giorni dal voto preoccupano Westminster. Il gap tra unionisti e indipendentisti si è ridotto a soli 6 punti percentuali. Il sì sta recuperando terreno: secondo un sondaggio, il supporto per l'indipendenza è cresciuto dell’8% nel solo mese di agosto. Le proiezioni ora danno il no al 53% ed il sì al 47%.

Il comitato per il sì, ‘Yes Scotland’, ha mobilitato i cittadini ed il mondo culturale scozzese a favore della causa indipendentista senza fare leva su temi sciovinistici e operando tramite una struttura organizzativa di base. Uomo simbolo è il primo ministro scozzese Alex Salmond dello SNP, partito nazionalista di tendenze progressiste, maggioranza nel parlamento di Edimburgo dal 2007. Aderiscono a Yes Scotland anche i verdi, i socialisti e i comunisti, insieme a varie associazioni civiche. Il programma è stato presentato in una pubblicazione di più di seicento pagine, il ‘White Paper’, che contiene gli indirizzi generali di una Scozia indipendente. Tradizionalmente la Scozia è sempre stata un bacino elettorale di voti per la “sinistra” britannica, e tutt'oggi, dei 72 parlamentari scozzesi alla Camera dei Comuni solo uno appartiene alla maggioranza conservatrice. E questo uno dei motivi per cui tra i principali organizzatori del comitato del no, quindi contrari all’indipendenza, ci sono i laburisti britannici, consapevoli che in caso di una vittoria del fronte indipendentista vedrebbero drasticamente ridotto il loro peso elettorale in ciò che resterebbe della Gran Bretagna.

Ci sono posizioni diverse nel fronte 'Yes Scotland' riguardanti aspetti basilari della costruzione di una Scozia indipendente. Dalla natura dell'entità statale - i socialisti sono per la repubblica mentre lo SNP vuole restare nella monarchia e nel Commonwealth (in caso d’indipendenza, sarà il primo governo libero a dare forma costituzionale al paese in base alla volontà popolare che risulterà alle elezioni del marzo 2016) - alla politica sociale rispetto alla quale tutto il fronte referendario promette che in caso di vittoria sarebbe mantenuta pubblica e rafforzata la sanità, migliorato e ampliato il programma di studi superiori e universitari e, in generale, preservato il livello del welfare scozzese, da sempre un’anomalia nello scenario britannico.
È proprio questo uno dei maggiori punti di frizione con Londra che negli ultimi decenni ha spinto affinché anche in Scozia fosse avviato un piano di privatizzazioni dei servizi che la avvicinasse di più al sistema in vigore in Inghilterra.
Tra i temi più dibattuti tra le varie anime del fronte indipendentista vi è l’adesione alla NATO e soprattutto all’Unione Europea. Se infatti l’SNP è favorevole a rimanere sia nella Nato che nella Ue (anche se con un progetto di parziale smilitarizzazione del territorio scozzese) la sinistra radicale e buona parte della società civile stanno facendo della battaglia referendaria anche un importante momento di opposizione alle politiche sia della Nato che di Bruxelles ritenendo fondamentale che una Scozia Libera debba cominciare a rappresentare un’alternativa possibile allo strapotere delle banche europee così come dallo storico legame di Londra con Washington.

Queste implicazioni di natura internazionale sono probabilmente uno degli aspetti più importanti del referendum. Va detto infatti che l’indipendenza della Scozia costituirebbe un imbarazzate precedente per l’Ue che dovrebbe gestire un caso di separazione da uno stato membro che potrebbe ridare forza ad altri importanti movimenti indipendentisti in altri stati. Dal Paese Basco, all’Irlanda del Nord, dalla Catalogna al Belgio tutti i principali movimenti indipendentisti d’Europa guardano a quello che succederà nelle prossime settimane in Gran Bretagna come una prova generale per l’affermazione delle loro cause nazionali.

Fonte: http://contropiano.org/internazionale/i ... dipendenza

Immagine
Immagine
da angelshare lun set 15, 2014 2:50 pm
Comunque lo scatto finale verso il SI lo potrebbero fare mostrando gli effetti della politica di Maggie sulla Scozia. E secondo me pure nel nord dell'inghilterra andrebbero a votare

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
cron