Buon giorno,
intanto grazie per il benvenuto e per i consigli.
La mia idea, quando ho acquistato lo Yoichi 10yo era appunto di non aprirlo fino al momento giusto, dopo essermi fatto un minimo di esperienza con altri malti. Visto che è fuori produzione, visto che il prezzo al quale l'ho acquistato mi è sembrato congruo rispetto al prezzo medio che ho trovato in giro (nonostante sappia che è un prezzo alto in senso assoluto per quel tipo di whisky), l'ho preso adesso piuttosto che attendere magari un anno e non trovarlo o non potermelo più permettere.
Vista la mia totale inesperienza e mancanza di "assuefazione" all'alcol, immaginavo di dover iniziare leggero e, magari, con l'acqua a darmi un aiuto, come giustamente mi avete fatto presente. Terrò in considerazione i malti che mi avete consigliato per avvicinarmi gradualmente alla scoperta dello whisky.
Lorenzo_P ha scritto:A proposito viandante.. Se andassi in distilleria.. In caso non volessero una retina od un rene, informati su cosa costa un cask strength.. Penso mezzo forum e anche l'altra metà vorrebbe provarlo

Non vorrei sembrasse una cosa buttata là per vanteria personale, tutt'altro, però vorrei a tal proposito raccontarvi un piccolo aneddoto accadutomi ad Otaru (Hokkaido, 30km da Yoichi) in questo ultimo viaggio e che ben descrive il carattere dei giapponesi in determinate circostanze.
Ero con amici giapponesi in un locale, relativamente lussuoso e dove non ero mai stato prima, a chiaccherare per un piacevole dopo cena. Parlando di whisky, del fatto che avessi scoperto della distilleria lì vicina e della mia ricerca per un regalo, il capo dei barman mi informa che gli Yoichi con la dicitura dell'età di invecchiamento sono fuori produzione e sono sempre più difficili da reperire. Mi informa anche che anche il loro locale ha ormai solo poche bottiglie aperte di tali distillati, nelle varie annate, ed addirittura gli è rimasta soltanto una piccola bottiglietta da 180ml di Yoichi 10yo single cask da 62°. Io, ignorantissimo in materia (le poche cose che so adesso, terminologia compresa, le ho studiate dopo quell'incontro) non capivo la differenza tra single cask, cask strenght e altro. Molto gentilmente, avendo intuito la mia curiosità nei confronti della distilleria di Yoichi, mi offre appena un goccio di quel single cask ed io, non avendo neppure letto l'etichetta giapponese riportante i gradi, lo assaggio senz'acqua. Ho prima annusato lo whisky ma da una distanza troppo ravvicinata per cui alla fine, diciamocelo, ho sprecato una buona occasione per degustare come si deve quel prezioso distillato. L'alcol era troppo forte per il mio olfatto e gusto ed ha rovinato l'esperienza. Comunque sia ho potuto percepire un fondo di fumo e torba che mi ha ricordato i pochi assaggi che avevo fatto anni fa di scotch di Islay ma sono rimasto piacevolmente impressionato dal fatto che questi aromi non fossero predominanti ed eccessivi, anzi si amalgamassero molto bene con il resto. La serata è continuata scorrendo via dall'argomento whisky e la cosa è finita lì. A fine serata mi sono avviato all'uscita ed il capo barman mi ha fermato pregandomi di accettare la bottiglietta di single cask di cui sopra. Io, che non ho potuto capire quanto buono sia ma avendo comunque saputo della sua relativa rarità e del fatto che loro non ne avessero più, ho esitato ringraziandolo per il bel gesto e pensiero ma lui ha insistito dicendomi che era un dono fatto col cuore ed ho così ceduto. Ho ringraziato come meglio potevo, imbarazzato com'ero, e sono uscito con quello Yoichi tra le mani. Non so ancora quanto effettivamente buono e prezioso sia quel poco distillato che vedo nella bottiglietta, so solo che questo è relativamente importante rispetto al gesto di questo sconosciuto.
Al mio rientro in Italia gli ho inviato un lettera, scritta a mano nonostante mi abbia dato il biglietto da visita con la sua email, nella quale lo ringrazio perché quell'incontro ed il suo gesto sono stati la molla che mi hanno fatto decidere che era il momento di approfondire quella che prima era solo un'idea affascinante nella mia mente. Gli ho detto che conserverò quello whisky fino a che non saró capace di capirlo ed apprezzarlo. Quel giorno potrò tornare nel suo bar ed allora lo degusteremo insieme, condivedendo i pensieri e le emozioni che i maestri distillatori eredi di Masataka san avranno saputo suscitare in noi. Attendo una sua lettera.
Andrea
P.S. Questo è lo Yoichi di cui parlo
