da Cookie_Monster
sab ott 14, 2017 12:35 am
Venerdì sera, la gente esce, ma io sto a casa tranquillo ed esco il sample - passatemi il transitivo - di questo rum. Rum di Barbados, isola considerata la culla caraibica di questo distillato - viene citato in un documento del 1651- che qui tradizionalmente deriva dall'assemblaggio di rum distillati a ripasso e a colonna.
Oggi abbiamo davanti invece un esperimento singolare voluto da Frank Ward, ultimo proprietario della distilleria West Indies Rum Distillery prima che passasse in mano ai francesi di Maison Ferrand. Spirito distillato tre volte in alambicco a ripasso, invecchiato ai tropici per 10 anni in botti di bourbon. Imbottigliato a grado di botte, angel's share complessiva del 65%, ovviamente non filtrato e senza alcun additivo. Vediamo!
Colore: ambra
Naso: Alcol subito, dopo un po' assume il carattere di un jamaicano tranquillo (pot still forza di cose, il carattere è quello): pungente sì, ma non così acre, banana sì, ma morbida e non tendente al sovramaturo, molta vaniglia. Poi una cosa strana, mi sembra di riuscire ad annusare una nota amara. Punta balsamica? Dopo un po' di tempo sembra di annusare del curry (forse curcuma?). Rametti di liquirizia. Il presidente diceva anche amaretti, che può starci benissimo.Varia moltissimo ad ogni snasata, davvero interessante.
Palato: Di nuovo, alcol subito, i 59 gradi si fanno sentire tutti. Botta speziata. Come dicevo, una jamaicano domato, frutta matura, ma molto "morbida" non con quella nota fermentata altrimenti percepibile, una banana split a fare da contorno, infine toffee.
Finale: Punta sapida, si rivela più fruttato del previsto. Continua col toffee, nota di frutta secca, vaniglia di nuovo, secco. Pulito, sarà la tripla distillazione: un analogo (un azzardo?), con i whisky lowlander, visti i metodi di distillazione, si può fare, essendo come dicevo molto pulito il finale.
Sulla mano sfregata (grazie Bisco): palesemente tabacco biondo trinciato e giusto un accenno di cenere. Bizzarro, ma interessante. Ho provato a farlo solo perché ne ho versato un po' sul tavolo in mezzo a mille madonne.
Ho sentimenti contrastanti in merito: il naso di questo rum è stupendo, stupendo e davvero varia ogni volta che si porta il bicchiere al naso. Di volta in volta si sente marcatamente qualcosa di diverso.
E così uno si aspetta al palato di avere mille sapori e sfumature: invece è molto aggraziato e rotondo, con tante spezie. Non male, ma molto più pulito e "semplice" del previsto. Forse l'unica pecca è che può risultare un pelo slegato, ma è veramente cercare il pelo nell'uovo. Sicuramente avendo la bottiglia si potrebbe apprezzare decisamente meglio l'evoluzione nel tempo.
Oggi abbiamo davanti invece un esperimento singolare voluto da Frank Ward, ultimo proprietario della distilleria West Indies Rum Distillery prima che passasse in mano ai francesi di Maison Ferrand. Spirito distillato tre volte in alambicco a ripasso, invecchiato ai tropici per 10 anni in botti di bourbon. Imbottigliato a grado di botte, angel's share complessiva del 65%, ovviamente non filtrato e senza alcun additivo. Vediamo!
Colore: ambra
Naso: Alcol subito, dopo un po' assume il carattere di un jamaicano tranquillo (pot still forza di cose, il carattere è quello): pungente sì, ma non così acre, banana sì, ma morbida e non tendente al sovramaturo, molta vaniglia. Poi una cosa strana, mi sembra di riuscire ad annusare una nota amara. Punta balsamica? Dopo un po' di tempo sembra di annusare del curry (forse curcuma?). Rametti di liquirizia. Il presidente diceva anche amaretti, che può starci benissimo.Varia moltissimo ad ogni snasata, davvero interessante.
Palato: Di nuovo, alcol subito, i 59 gradi si fanno sentire tutti. Botta speziata. Come dicevo, una jamaicano domato, frutta matura, ma molto "morbida" non con quella nota fermentata altrimenti percepibile, una banana split a fare da contorno, infine toffee.
Finale: Punta sapida, si rivela più fruttato del previsto. Continua col toffee, nota di frutta secca, vaniglia di nuovo, secco. Pulito, sarà la tripla distillazione: un analogo (un azzardo?), con i whisky lowlander, visti i metodi di distillazione, si può fare, essendo come dicevo molto pulito il finale.
Sulla mano sfregata (grazie Bisco): palesemente tabacco biondo trinciato e giusto un accenno di cenere. Bizzarro, ma interessante. Ho provato a farlo solo perché ne ho versato un po' sul tavolo in mezzo a mille madonne.

Ho sentimenti contrastanti in merito: il naso di questo rum è stupendo, stupendo e davvero varia ogni volta che si porta il bicchiere al naso. Di volta in volta si sente marcatamente qualcosa di diverso.
E così uno si aspetta al palato di avere mille sapori e sfumature: invece è molto aggraziato e rotondo, con tante spezie. Non male, ma molto più pulito e "semplice" del previsto. Forse l'unica pecca è che può risultare un pelo slegato, ma è veramente cercare il pelo nell'uovo. Sicuramente avendo la bottiglia si potrebbe apprezzare decisamente meglio l'evoluzione nel tempo.
«Non dare confidenza a Cookie, voci narrano che sia geneticamente mutato per sviluppare un'insana passione per i distillati di canna da zucchero»