da FedeNovara
dom mar 24, 2019 5:59 pm
Stamattina mi sono svegliato di buon’ora, come mio solito, e durante il caffè ho aperto i vari social, come mio solito: spuntano decine di foto di eventi di whisky gestiti da persone che conosco, momenti in cui si beve insieme, si ascolta il/i relatore/i, si spende un biglietto e magari ti compri qualche bottiglia.
Beh, direte voi, che problema c’è. Lo so io: i relatori in questione, loro malgrado, non hanno la benchè minima idea di cosa sia il whisky, conoscono quattro cose rubate online o su qualche libro di ultimissima uscita (ma dubito che leggano), ci abbinano un sorriso e via, è pronta la magia. Sono tutti contenti, e io forse rosico un po’.
Ho bevuto oltre un migliaio di whisky differenti finora, senza contare le bottiglie bevute in giro o a casa, più decine di libri e siti che consulto tutti i giorni, tutti i santi giorni. Ormai sono amici, sono le mie preghiere del mattino. E’ passione? Non so. Magari è malattia. Ma andiamo avanti.
Quando mi sono affacciato nel mondo del whisky, ormai 8 anni fa, le iniziative erano poche, male organizzate, folkloristiche per disorganizzazione, la gente era poca e ci si conosceva tutti. Ma soprattutto, non ci giravano molti soldi, perlomeno al livello basso di cui facevo parte. C’era chi ci guadagnava, chiaro, ma non lo ostentava, non ci basava la carriera, ci parlavi mezz’ora ed era come te, un altro appassionato folle, magari con un occhio più attento al versante economico ma senza mai tradire la passione.
Adesso lo spettacolo è sotto gli occhi di tutti:
- i festival sono gonfi di gente;
- i brand ambassador, I BRAND AMBASSADOR, sono ragazzini incapaci, ignoranti, sbruffoni e arroganti, che non conoscono nulla del prodotto che sponsorizzano, hanno maggiori conoscenze della lacca per farsi i capelli (o la barba);
- altra gente ignorante organizza cose: siti, eventi, MASTERCLASS, serate, il tutto con il precipuo scopo di guadagnare sulle persone, su quella passione che sta iniziando a sbocciare e che fa tirare fuori i soldi a chiunque. Chi ha appena annusato il whisky, come il sottoscritto nel 2011, è disposto a tirar fuori ogni genere di cifra pur di conoscere qualche segreto in più, purtroppo andando a foraggiare inetti e incapaci. Ladri.
- importatori che da un anno all’altro cambiano casacca come nulla fosse, senza conoscere il prodotto che stanno vendendo. Ricordo ancora il signor X, responsabile vendite di una grossa azienda italiana deputata all’import di un noto marchio scozzese, chiedermi come fosse la distilleria del noto marchio, “perchè lui non è mai stato in Scozia”. L’azienda italiana, vengo a sapere da un fitto scambio di messaggi su Facebook con la distilleria scozzese, non sa neanche dell’uscita del prodotto più importante, un prodotto che si vende da sè. Non lo sanno. E’ il loro lavoro, e loro non sanno farlo. Non si informano, mettono al banchetto due ragazzini inutili che verranno licenziati dopo 6 mesi di stage.
Questa non è più passione. Questo è lucrare sulla passione in fieri altrui. La passione è un’altra cosa, e neanche io so cosa è davvero. Nessuno lo sa, perchè questa è la passione: l’ignoranza. Ma non l’ignoranza crassa, fine a se stessa. E’ l’ignoranza di cui si è consci e che si prova a superare, studiando leggendo ma soprattutto BEVENDO, bevendo litri di whisky. Non si scappa da questo. O bevi o non sai un cazzo. E non valgono i cocktail, che per quanto buoni snaturano la bevuta di whisky. Mi si potrà contestare di tutto, ma nessun cocktail sarà mai meglio di un dram, di un sorso di whisky al lordo dell’alcol e della temperatura non gradevole e degli aromi troppo forti. Il resto non è whisky, è un’altra cosa.
Ho conosciuto poche persone di gran carattere e grande passione, il resto sono mestieranti che vagano nel reparto alcolici e, se un domani verrà fuori la bolla dell’assenzio, ci si butteranno. E’ già successo col gin, col rum, quindi perchè no. Chi è davvero appassionato è fuori moda, e orgoglioso di esserlo. E mi dispiace per tutti gli altri, perchè sì, si faranno i soldi, ma non verranno ricordati a lungo e al primo sgarro verranno messi alla porta. Ed è quello che si meritano. Io so chi sono, li riconosco e gli stringo anche la mano con gran sorrisi perchè mi piace. Mi fa stare bene sapere di essere meglio di loro. Non dal portafogli o dal “progetto” che sto portando avanti. No, questo no. Ma perchè mi sono dovuto sudare ogni nozione, ogni bicchiere, ogni degustazione con amici, ogni bottiglia, ogni risultato.
Fate il vostro gioco, io la mia l’ho detta. E continuerò a bere come un treno, anche da solo.
Beh, direte voi, che problema c’è. Lo so io: i relatori in questione, loro malgrado, non hanno la benchè minima idea di cosa sia il whisky, conoscono quattro cose rubate online o su qualche libro di ultimissima uscita (ma dubito che leggano), ci abbinano un sorriso e via, è pronta la magia. Sono tutti contenti, e io forse rosico un po’.
Ho bevuto oltre un migliaio di whisky differenti finora, senza contare le bottiglie bevute in giro o a casa, più decine di libri e siti che consulto tutti i giorni, tutti i santi giorni. Ormai sono amici, sono le mie preghiere del mattino. E’ passione? Non so. Magari è malattia. Ma andiamo avanti.
Quando mi sono affacciato nel mondo del whisky, ormai 8 anni fa, le iniziative erano poche, male organizzate, folkloristiche per disorganizzazione, la gente era poca e ci si conosceva tutti. Ma soprattutto, non ci giravano molti soldi, perlomeno al livello basso di cui facevo parte. C’era chi ci guadagnava, chiaro, ma non lo ostentava, non ci basava la carriera, ci parlavi mezz’ora ed era come te, un altro appassionato folle, magari con un occhio più attento al versante economico ma senza mai tradire la passione.
Adesso lo spettacolo è sotto gli occhi di tutti:
- i festival sono gonfi di gente;
- i brand ambassador, I BRAND AMBASSADOR, sono ragazzini incapaci, ignoranti, sbruffoni e arroganti, che non conoscono nulla del prodotto che sponsorizzano, hanno maggiori conoscenze della lacca per farsi i capelli (o la barba);
- altra gente ignorante organizza cose: siti, eventi, MASTERCLASS, serate, il tutto con il precipuo scopo di guadagnare sulle persone, su quella passione che sta iniziando a sbocciare e che fa tirare fuori i soldi a chiunque. Chi ha appena annusato il whisky, come il sottoscritto nel 2011, è disposto a tirar fuori ogni genere di cifra pur di conoscere qualche segreto in più, purtroppo andando a foraggiare inetti e incapaci. Ladri.
- importatori che da un anno all’altro cambiano casacca come nulla fosse, senza conoscere il prodotto che stanno vendendo. Ricordo ancora il signor X, responsabile vendite di una grossa azienda italiana deputata all’import di un noto marchio scozzese, chiedermi come fosse la distilleria del noto marchio, “perchè lui non è mai stato in Scozia”. L’azienda italiana, vengo a sapere da un fitto scambio di messaggi su Facebook con la distilleria scozzese, non sa neanche dell’uscita del prodotto più importante, un prodotto che si vende da sè. Non lo sanno. E’ il loro lavoro, e loro non sanno farlo. Non si informano, mettono al banchetto due ragazzini inutili che verranno licenziati dopo 6 mesi di stage.
Questa non è più passione. Questo è lucrare sulla passione in fieri altrui. La passione è un’altra cosa, e neanche io so cosa è davvero. Nessuno lo sa, perchè questa è la passione: l’ignoranza. Ma non l’ignoranza crassa, fine a se stessa. E’ l’ignoranza di cui si è consci e che si prova a superare, studiando leggendo ma soprattutto BEVENDO, bevendo litri di whisky. Non si scappa da questo. O bevi o non sai un cazzo. E non valgono i cocktail, che per quanto buoni snaturano la bevuta di whisky. Mi si potrà contestare di tutto, ma nessun cocktail sarà mai meglio di un dram, di un sorso di whisky al lordo dell’alcol e della temperatura non gradevole e degli aromi troppo forti. Il resto non è whisky, è un’altra cosa.
Ho conosciuto poche persone di gran carattere e grande passione, il resto sono mestieranti che vagano nel reparto alcolici e, se un domani verrà fuori la bolla dell’assenzio, ci si butteranno. E’ già successo col gin, col rum, quindi perchè no. Chi è davvero appassionato è fuori moda, e orgoglioso di esserlo. E mi dispiace per tutti gli altri, perchè sì, si faranno i soldi, ma non verranno ricordati a lungo e al primo sgarro verranno messi alla porta. Ed è quello che si meritano. Io so chi sono, li riconosco e gli stringo anche la mano con gran sorrisi perchè mi piace. Mi fa stare bene sapere di essere meglio di loro. Non dal portafogli o dal “progetto” che sto portando avanti. No, questo no. Ma perchè mi sono dovuto sudare ogni nozione, ogni bicchiere, ogni degustazione con amici, ogni bottiglia, ogni risultato.
Fate il vostro gioco, io la mia l’ho detta. E continuerò a bere come un treno, anche da solo.
http://www.iobevotanto.it
Il whisky continua a fare schifo.
Il whisky continua a fare schifo.