Di tutto un po': per riflettere sul mondo del whisky (e non solo), ma anche per ridere
da Tobacco gio gen 29, 2015 5:25 pm
emtc74 ha scritto:.... l’unica cosa che per me conta davvero nella scelta di cosa è buono e cosa non lo è, il mio palato :)


Ok, diciamo chiarito.
Io non penso di certo a ritrovi massonici (con donne o senza??? :hahaha: ) era solo che avevo trovato il tuo intervento criptico, tutto qui, aggiungiamoci che magari oggi ho il cervello in pappa e siamo a posto.

:slainte:

[...]
An old shirt that is stained with blood and whisk(e)y
And goodnight to the street sweepers
The night watchman flame keepers and goodnight to Matilda too

Tom Waits - Tom Traubert's Blues

:slainte: S L A I N T E :slainte:

Immagine
da bob sbaly lun feb 02, 2015 8:02 pm
Insomma, in altre parole, da quel che deduco dai vostri interventi, la parola "libertà"
in campo whisky (come purtroppo in molti altri campi dell'umano...) fa rima con
mercato: multinazionali che "sottomettono" le singole distillerie, indipendenti che
devono sopravvivere e sparano a casaccio, imbottigliatori che si infilano nei buchi
e si "fanno" (comprano o costruiscono, fate voi...) le proprie....!!! :S :S :S
Ma questo "cavalcare l'onda" del boom del whisky mi sa tanto del "tutto subito" tipico
della cultura (non solo imprenditoriale...) nostrana: "ciuccio" quel che posso fin che va,
al futuro ci penserò poi....Ma il mercato non dovrebbe/potrebbe essere influenzato dal consumatore?... Per esempio, che senso ha la politica del "piccolo" Kilchoman sparare
a raffica uscite giovanissime (a quando un 10?), per poi magari fare la fine di Ardbeg? C'è sempre qualcuno che compra, direte voi...Ma non sono anche queste politiche che hanno contribuito ai bassi del mercato del whisky?.
Ed allora smettiamola di acquistare NAS solo perchè "cool" (lo dico a me per primo!!!),
boicottiamo le operazioni smaccatamente commerciali (menate tipo "commitee bottlings" e "guardians chapter release", duty free range e speciali per la notte di Halloween...), freghiamocene delle "rare bottlings" fatte apposta per invogliare
l'incauto e "povero" collezionista subissato di uscite artefatte...!!!
...A 'sto punto la distilleria che più ammiro è...Daftmill!!! Fondata nel 2005, sul sito appare la scritta: "Please be patient - our whisky is not for sale yet. It is lying quietly maturing in our bond"... :aa: :aa: :aa:

:slainte:

Whisky is like sex:
when it's good, it's good
when it's bad, it's still pretty good
da angelshare lun feb 02, 2015 9:31 pm
Non so cosa hai capito ma libertà e indipendenza sono legate principalmente all'assetto societario. Grant è di famiglia e lo è pure springbank ma hanno politiche ben diverse.
Kilchoman farà un 10 anni quando avrà almeno 10 anni :) e le uscite continue servono per finanziarsi. Parlavo giusto con Francis di Daftmill qualche giorno fa di questo. Lui fa pochi barili all'anno e mi diceva: kilchoman se deve comprare 1000 barili ex bourbon (pure quelli sono aumentati di prezzo) di ottima qualità deve spendere almeno 70/80k all'anno solo di legno. È ovvio che ha bisogno di cash.
L'indipendenza ha un costo.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da Paolo T mer feb 04, 2015 4:10 pm
bob sbaly ha scritto:
...A 'sto punto la distilleria che più ammiro è...Daftmill!!! Fondata nel 2005, sul sito appare la scritta: "Please be patient - our whisky is not for sale yet. It is lying quietly maturing in our bond"... :aa: :aa: :aa:

:slainte:

Ho avuto la fortuna di condividere con Davide l’ultimo tour in Scozia e di fare la conoscenza di Francis Cuthbert di Daftmill; la persona e la sua filosofia del fare tutto da solo (non sono mica un …..) mi riporta a personaggi che ho conosciuto nel mondo del vino e dei sigari, personaggi che seguono il “prodotto” dall’inizio alla fine..
Personaggi che forse sono anacronistici in un mondo dove la globalizzazione e la massificazione porta alla cancellazione delle differenze..
Personaggi che sono orgogliosi di quello che fanno, che sono felici di poter condividere quello che fanno con persone che reputano appassionate.
Mi ha colpito lo sguardo di Francis mentre officiava il rito del prelievo dal barile e mentre assaggiavamo il “suo” whisky.. era come se condividesse una parte di se ed era curioso delle nostre sensazioni..
Aggiungete al fatto che quel whisky non è ancora stato messo in bottiglia la suggestione di un giorno di fine gennaio in Scozia e potrete capire quanto mi è piaciuto!
Scusate, sono andato fuori argomento…
Allegati
(1.73 MiB) Mai scaricato
(2.5 MiB) Mai scaricato

Lui che offrì la faccia al vento, la gola al Whisky e mai un pensiero, non al denaro, non all'amore né al cielo.. sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquore "Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"
da bob sbaly ven feb 06, 2015 3:30 am
Paolo T ha scritto:
Mi ha colpito lo sguardo di Francis mentre officiava il rito del prelievo dal barile e mentre assaggiavamo il “suo” whisky.. era come se condividesse una parte di se ed era curioso delle nostre sensazioni..


...Beati voi,,,! :up: :up:
...Ma ciò che intendevo è legato proprio alle vostre sensazioni...Un'attività imprenditoriale "nuova" è di per se stessa "in perdita", all'inizio...tanto più nel caso del whisky...! Perciò trovo un po' strano l'atteggiamento di Kilchoman: comprendo il bisogno di realizzo, ma ho l'impressione che inseguire il
mercato rispondendo forsennatamente all'incremento di domanda con continue uscite possa, alla lunga,
essere una politica perdente, portando magari a problemi di stock ed impedendo la creazione di
un range credibile per i consumatori (non penso possa andare avanti per sempre con "limited releases"!)!!...Per essere una "farm distillery" indipendente si sta autoimponendo un livello
di "dipendenza" dal mercato simile a quello di distillerie in mano alle multinazionali...!!
Certo, sarò un inguaribile romantico e fuori dal mondo, Daftmill avrà numeri molto più piccoli...ma
sposo nel modo più assoluto l'orgoglio di Francis!!!...Gli auguro tutta la fortuna possibile...e spero di
poter assaggiare anch'io il suo whisky, un giorno...!!!

PS Lo so che pure Kilchoman è stata fondata nel 2005, e fisicamente un decennio non è ancora trascorso, ma con "a quando un 10" intendevo "potreste informarmi se e quando realizzerà un 10?"...

:slainte:

Whisky is like sex:
when it's good, it's good
when it's bad, it's still pretty good
da angelshare ven feb 06, 2015 11:43 am
Bob, è bello essere romantici ma non scordiamoci che
1) Daftmill non ha come attività primaria la distillazione, Francis vive di altro ed è stato molto modesto, per quanto il suo progetto sia fantastico, nel dire che non si potrebbe permettere di fare i numeri di Kilcho senza vendere
2) Kilcho nasce come progetto di uno del settore (IB), parte piuttosto zoppicante e si riprende dopo l'arriv di McLellan. L'imbottigliamento di linea è il Machir Bay che anno dopo anno aumenta di maturazione (credo che al momento tecnicamete sia un 5 anni. Non so se a un certo punto metterà l'età, ma si sta costruendo lo stock anche per quello e la nascita di un'altra warehouse lo dimostra. Al momento il machir credo sia assemblaggio di 3 annate, quindi per fare un certo numero di bottiglie forse il 10 anni arriverà dopo una dozzina di anni dalla nascita. Arran può essere un esempio simile, sulla costruzione del core range.
Chichibu, che adotta politiche simili a K, al momento non si può permettere nemmeno quello perché vende tutto. . Kilcho non rincorre il mercato credo, ma se vuole starci ha bisogno di sopravvivere, considerato che non ha dietro miliardari. Lo so che è poco romantico, ma è l'economia bellezza.

Davide Terziotti
angelshare.it
Notizie e curiosita' dal pianeta whisky
da I love Laphroaig ven feb 06, 2015 9:17 pm
Ho avuto il piacere di conoscere Francis nel 2008 e nel 2009 a distilleria aperta da pochi anni. Apprezzo la volontà di indipendenza ma il mercato non è che possa poi essere ignorato a meno che si abbia una produzione molto bassa (come la loro che è a spanne un decimo di quella di Kilchoman) e il desiderio di fare qualcosa di diverso (cosa che trovo per esempio in Jean Donnay e che non ho riscontrato presso Daftmill - ma sicuramente ho peccato in sensibilità).
Mi ricordo che lo stimolo per avviare questa avventura è stato quello di recuperare gli immobili (che stavano crollando) e di sfruttare il surplus di orzo prodotto dalla azienda agricola. Mi ricordo che tutti i lavori sono stati fatti utilizzando personale a km zero (a parte gli alambicchi prodotti come sempre a Rothes). Mi ricordo che alla domanda se avevano botti in vendita hanno risposto che stavano ancora imparando il mestiere ;) . Bellissimo!
Curiosità Kilchoman e Daftmill sono "nate" con soli due giorni di differenza.
Cosa significa e da dove trae origine il nome Daftmill?!?!?

Claudio Riva 8-)
I love Laphroaig, www.laphroaig.it
WhiskyClub Italia, www.whiskyclub.it
da CaskStrength sab feb 07, 2015 2:21 pm
Interessante (e complessa) discussione, sulla quale è qualche giorno che rimugino...

La difficoltà di trovare il giusto "compromesso" fra chi vende e chi compra sta, secondo me, nel fatto che la categoria del "consumatore" è molto eterogenea. Voglio dire, noi che stiamo nel forum, ciascuno con le sue diverse sfumature, siamo dei grandi appassionati: ci informiamo, condividiamo le informazioni e le esperienze sensoriali, partecipiamo a festival, stiamo attenti alla qualità di ciò che abbiamo nel bicchiere... alcuni di noi vanno ancora oltre: scrivono blog, fondano club (!), organizzano incontri e degustazioni...
Tutto bellissimo e guai se non ci fosse... però, nell'ambito dei "consumatori", noi appassionati sparsi per il mondo siamo una nicchia relativamente piccola (pur se in crescita). Non tutti quelli che comprano whisky lo fanno con la stessa passione, consapevolezza e poesia, non tutti sono ugualmente ed adeguatamente informati, non tutti spendono ore annusando e degustando con devota partecipazione. Dall'altra parte della barricata, quella delle distillerie (o meglio, di chi le possiede), questo lo sanno bene. Il target degli uffici marketing delle multinazionali è quello di avere un bacino di utenza il più ampio possibile e se questo implica il "sacrificio", piccolo o grande a seconda dei casi, del concetto di qualità... lo fanno e basta. E quindi ci ritroviamo E150, filtrazione a freddo, NAS come se piovesse. Le distillerie più piccole o "familiari" fanno quel che possono, ma sempre campare devono. E' un approccio diverso, più aderente alle nostre aspettative, ma sempre sottomesso allo stare in piedi economicamente. Con questo non voglio dire che all'interno delle singole realtà, grandi o piccole, non ci sia chi lavora con passione, chi condivide con noi appassionati i concetti di genuinità, difesa delle tradizioni, importanza della qualità del prodotto... ma quello che conta di più sono i bilanci di fine anno. Per molti di noi è un passatampo, per loro un lavoro.
Per rispondere alla domanda del nostro Bob, è proprio il consumatore che comanda il mercato... noi probabilmente vorremmo che "consumatore" coincida con "appassionato" così come lo intendiamo noi. In un tale scenario, ahimè puramente ideale, nessuno ad esempio comprerebbe più whisky con E150, consapevole che trattasi di uno "specchietto per le allodole"... e quindi alle distillerie chi glielo farebbe fare di aggiungerlo? Un componente in meno da acquistare, una fase del processo produttivo risparmiata.
Purtroppo per noi, la "fotografia" del mercato attuale non sembra idilliaca... ma non mi pare nemmeno così disperata. In fondo, alla fine, non mi sembra che nel bicchiere di ciascuno di noi finiscano schifezze imbevibili, anzi... tutto sta, proprio, nello scegliere, almeno finchè potremo farlo (e ad un costo sostenibile, of course).
E ora, dopo tanto lambiccarmi, mi pregusto il dram del dopo pranzo...

Non piangere mai sul whisky versato... (Jack Lemmon, A Qualcuno Piace Caldo, 1959)
da I love Laphroaig sab feb 07, 2015 2:47 pm
CaskStrength ha scritto:E ora, dopo tanto lambiccarmi, mi pregusto il dram del dopo pranzo...

Bella idea, ieri sera mi sono versato un dram di Lagavulin 12 e mi sono addormentato dopo 10 secondi adesso vado a cercarlo per vedere come si è ossigenato ;)
Resta che aprire una distilleria che fa 20.000 litri all'anno non costa un centesimo rispetto ad aprire una distilleria che ne fa 2 milioni, anzi i costi rischiano di essere molto vicini. Come si farà mai a rendere sostenibile una produzione di così piccola scala? Probabilmente con tanta passione

Claudio Riva 8-)
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da I love Laphroaig sab feb 07, 2015 3:16 pm
angelshare ha scritto:Kilcho non rincorre il mercato credo, ma se vuole starci ha bisogno di sopravvivere, considerato che non ha dietro miliardari. Lo so che è poco romantico, ma è l'economia bellezza.

Da qualche anno Kilchoman rincorre il 10 anni e vende molte meno botti di quante il mercato ne richieda. Hanno la politica di prendere accordi con i distributori e di assegnare tante private casks quante il mercato ne meriti. Semplificando .... più Machir Bay si beve e più private casks vengono assegnato al distributore. Nel 2014 mi risulta che l'Italia ne abbia ricevute 3 forse 4, fate voi i conti di quante bottiglie siano. Le tante micro-edizioni fanno numero sui listini e sulle pagine web ma spostano di poco l'asticella dei litri venduti.

Claudio Riva 8-)
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